domenica 15 novembre 2015

RICERCA E PASSIONE PER LA TRADIZIONE NELLE NOTE DI ELISA TONELLI

E’ “Fertile” il nuovo album dell’artista Elisa Tonelli. Sarà presentato domenica 15 novembre alle 17.00 al Teatro Subasio di Spello. Anni di studio, di approfondimento e ricerca, uniti alla passione per la musica tradizionale, hanno dato vita ad progetto che affonda le radici in un terreno pronto a far nascere novità che portano il profumo di incenso, di sacro, di prezioso. Musica antica e jazz si fondono nel lavoro di Elisa Tonelli che racconta: “Non potevo chiamare l’album ‘Madre’, oppure ‘Terra’. Fertile unisce tutto, racchiude il concetto di creazione sia femminile che maschile. Il seme è una visita che va ad impiantarsi in un terreno, non si può controllare poi la crescita, devi solo aspettare” – e prosegue: “Per portare al pubblico il mio album ho in mente un vero e proprio spettacolo, dal sottotitolo ‘Il desiderio che spinge la vita’ perché esplica ulteriormente lo scopo”.
Quale percorso c’è dietro questo album? E cosa significa per te aspettare?
I brani scelti non sono arrivati tutti insieme. Li ho raccolti con il tempo, li ho cercati. E aspettare… non è un concetto che mi appartiene, bisogna lasciarsi andare. Personalmente vorrei controllare tutto.
E se il seme non dovesse nascere?
Qualcosa succede comunque. Anche la morte porta dell’altro. Nell’album c’è lo Stabat Mater che ne parla.
Nel tuo curriculum si evince che hai studiato molto…
I diplomi non fanno la bravura di un artista. Mi piace approfondire vari generi e conoscere grandi maestri. Tra i tanti cito Bruno Tommaso, conosciuto al conservatorio di Pesaro, per me fonte inesauribile d’ispirazione.
Cosa ne pensi del panorama discografico attuale?
Si dice che i dischi non si vendano più. Secondo me rimangono biglietti da visita. ‘Fertile’ è un album autoprodotto, non ha etichetta. Non c’è molto spazio se non si ha un volto noto. E’ difficile dare nell’occhio. L’ideale è fare concerti live e vendere lì il disco. Credo sia impensabile adesso stare a casa e attendere che la gente compri l’album, bisogna accompagnarlo.
Qual è il luogo ideale in cui proporre ‘Fertile’?
Penso a piccoli teatri. Sarebbe bello anche nelle Chiese. Ci sono brani sacri, servono posti raccolti.
Sembra che questa stagione sia ideale per ascoltare il tuo nuovo progetto.
Sì. Il Natale si avvicina e l’ultimo brano si chiama ‘Il somaro di Natale’. E’ in dialetto umbro, mi sta molto a cuore. Sono nata a Foligno e vivo ad Assisi e ho tutto di questa Regione: usanze, tradizioni, mangiare carne con vino rosso e voglio rimanere attaccata alle mie origini. C’è tanto in questa terra.
Come ti senti prima di esibirti?
Mi immergo in un’altra dimensione, divento un narratore, un cantastorie. Mi piace cantare cose raccontandole e ci tengo molto a capire il testo per fare arrivare a tutti il messaggio che contiene. Noi cantanti non siamo solo strumentisti, abbiamo le parole e dobbiamo saperle usare bene.
Cosa sai dirmi della musica popolare in Italia?
Adesso va di moda, c’è un fermento di pizziche, tarantelle, tammurriate… La musica popolare cambia da paese a paese, le storie possono essere le stesse, ma ognuno le ha rifatte a proprio modo. Anch’io faccio miscugli, prendo un brano antico, lo riadatto col jazz, ma cito sempre la fonte.
Ci racconti un aneddoto sulla ricerca di brani tradizionali?
C’era una canzone che mi cantava sempre mia nonna. Volevo ascoltarla. Un giorno sono riuscita a trovarla a Roma presso la Discoteca di Stato. Mi hanno consegnato una bobina e per arrivare a quei due minuti di canzone ho dovuto ascoltare sei ore di musica.
Ora stai provando con tutti i musicisti che ti accompagneranno domenica. Come ti senti?
Sono di fronte ad un punto di partenza.






Floriana Lenti

martedì 20 ottobre 2015

LA MUSICA DEL MONDO, IL MONDO DELLA MUSICA DI LAVINIA MANCUSI

Corpo statuario, affusolato, sinuoso. Voce profonda capace di scavare e rimanere impressa nella memoria a lungo. Così come fa il vento, le note e le melodie prodotte dall’artista romana sfiorano la pelle, e poi scaldano o danno i brividi. Si può definire, senza ombra di dubbio, un’artista a tuttotondo Lavinia Mancusi. Oltre alla presenza scenica e alla sua voce, la regina dalle gonne lunghe e i corpetti avvolgenti, abbraccia il violino come se fosse il suo amico più fidato, pizzica le corde della chitarra come se ne conoscesse i segreti più celati, percuote il tamburo come solo alcuni esperti musicanti di pizzica sanno fare. Da poco reduce del tour estivo con l’ormai noto cantaurtore Mannarino, verrà a Perugia al Bad King mercoledì 21 ottobre alle 21.30. Un ritorno, perché Lavinia è già salita su quel palco inebriando gli spettatori con la sua teatralità musicale. Ed anche questa volta l’artista riuscirà ad incantare presentando la storia di un viaggio fatto di semina – da cui il nome del suo album “Semilla” – in cui si vuole comunicare che non sono solo gli uomini a spostarsi da una terra all’altra, ma anche la musica si muove, si ferma e poi riparte producendo germogli e frutti in questo continuo movimento. Lavinia Mancusi è espressione di un amore viscerale che la lega al Sud Italia, al mare, alla musica popolare e confessa: “questo ritrovarmi altrove è il senso del mio cammino”. Ed in tanti, come me, si ritrovano dietro alcune canzoni, accompagnati dalla voce dell’artista, a fare passi veloci e lenti in base al ritmo, a saltellare e poi riposare come in “Alba” e  “O Sole ‘E Pulecenella”. E’ impossibile non farsi trasportare dal riso amaro di “Cu ti lu dissi” e “Ballata per Maddalena”. Fanno sognare “Angelare’” e “D’à mae riva”. Ma nell’album c’è molto altro, basta solo aprire bene le orecchie per sentire il richiamo dell’anima dell’uomo e della musica che salva. Lavinia Mancusi proporrà dunque un percorso che dalla tradizione del Meridione d’Italia, attraverso la contaminazione tra sonorità del Mediterraneo, spaziando dal Nord Africa alla Spagna, arriverà a toccare il Sud America. Si esibirà in trio con Riccardo Medile alla chitarra e Gabriele Gagliarini alle percussioni. Collabora con l’Orchestra Giovanile Popolare di Ambrogio Sparagna, con la Takadum e con la Medfree Orkestra. Porta con sé anche il desiderio di conoscere ancora e sperimentare le più diverse sfumature del suoni che più variano più la tengono ancorata alle sue radici, nelle quali ognuno di noi potrà ritrovarsi.





Fonte: http://viewpointitaly.it

lunedì 29 giugno 2015

"L’Umbria in Bianco e Nero" è il nuovo libro di Claudio Bianconi

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Vedere oltre il visibile. Immaginare oltre l’immaginabile. Scovare il particolare nella globalità di una scena. Doti rare, tipiche di chi possiede la capacità di osservare con la mente e con il cuore, non solo con gli occhi. Claudio Bianconi sorprende con “L’Umbria in Bianco e Nero” (Francesco Tozzuolo Editore), una pubblicazione che raccoglie parole e immagini pronte a raccontare quello che la natura e il paesaggio concedono partendo dall’interiorità più profonda e personale ed arrivando alla collettività che non può che rimanere estasiata dal punto di vista dell’autore. Capita sovente a tutti di contemplare le strade della nostra verde Umbria, ma l’andare oltre il visibile è l’opportunità che Claudio Bianconi concede quando i suoi scatti si soffermano su particolari che mutano con le stagioni e con lo scorrere del tempo. E l’immaginare si annida lì dove la figura fotografata è imago, più che immagine: lo specchio inconscio con cui ci si relaziona all’altro o a qualcos’altro. Cattura, quasi fino a mozzare il fiato, il dualismo cromatico: bianco e nero. In alcune fotografie sembra che i ruoli di luci e ombre si vogliano invertire; così l’ombra rivela e la luce nasconde. Un chiasmo perfetto che trova un bilanciamento estetico in grado di suggerire parole che nella mente di chi osserva sono sinonimi di bellezza. La dicotomia è anche un’altra: naturale e umano. L’opera dell’uomo si sposa e s’intreccia nei paesaggi; e in alcune vie, nonostante la mano dei cittadini sembra predominante, c’è il verde, ma solo immaginato. Il lavoro di Claudio Bianconi, che sarà presentato lunedì 29 giugno alle ore 17:30 in Via Roma nella Sala Sant’Anna, è sicuramente frutto di ricerca, analisi e passione. L’autore è giornalista e fotografo, come scrittore ha pubblicato “Fabulazioni” e come fotografo ha già esposto le sue opere in varie mostre, tra cui “Una sedia, tante sedie” al Caos – polo museale di Terni, “Mimo.se” alla galleria di Mandarini Arredamenti Sincretismi al T-Trane in Borgo XX Giugno a Perugia e i “Luoghi dell’altrove” con Nikos Lukas a Bettona. “Alchimia umbra” è il sottotitolo del testo, e come il primo termine suggerisce l’obiettivo dell’autore è quello di lasciare il segno nella storia dell’arte provocando reazioni “chimiche” nello spettatore. La dimensione onirica delle fotografie di Claudio Bianconi lascia lo spazio necessario per assaggiare, gustare e digerire ciò che gli occhi “mangiano”. Sia gli umbri che i forestieri, pur conoscendo il cuore dell’Italia, potranno immergersi in luoghi “mai visti”, e potranno farlo nel modo migliore: sognando.


Floriana Lenti

domenica 14 giugno 2015

L’Old Station Music Camp a Gubbio il 18,19 e 20 giugno



E’ quasi tutto pronto per l’Old Station Music Camp. Ormai arrivato alla sesta edizione, rianimerà il 18, il 19 e il 20 giugno l’ex stazione di Branca a Gubbio. L’idea è quella di realizzare un vero e proprio villaggio mettendo al centro tre infiniti strettamente connessi alla musica: fare, ascoltare e toccare. Il programma è ricco ed è dedicato ad artisti, musicisti, amanti della musica e dello stare insieme; sono previsti concerti, mostre-mercato-scambio e seminari.
Tra i vari appuntamenti è doveroso segnalare la presenza sul palco dei Blue Jade con il loro progetto Purpleguitar 2015. Il 20 giugno, infatti, la band umbro-marchigiana avrà il piacere di suonare con un super-ospite internazionale Phil X chitarrista dei Bon Jovi dopo la clinic pomeridiana. Accanto ai Blue Jade ci sarà anche il chitarrista dei Whitesnake Bernie Marsden.
Altra guest della serata sarà Alessandro del Vecchio uno dei più richiesti musicisti, insegnanti, songwriters e produttori in ambito mondiale. La set list come oramai di consuetudine comprende brani del repertorio della Purple Family e cioè che fanno parte del repertorio di musicisti che hanno in qualche modo collaborato  con i storici DEEP PURPLE. I Blue Jade sono Philip Raiser Sorana (voce), Lorenzo Cannelli (Hammond), Michele Bh Baccarini (basso e voce), Riccardo Fiorucci (batteria) e Francesco Fagiani (chitarra). Si allunga, così, la lista delle prestigiose collaborazioni della band che ricordiamo li ha già visti al fianco di icone del rock mondiale come Ian Paice, Glenn Hughes, Joe Lynn Turner e alcuni dei migliori chitarristi italiani. La set list come oramai  di consuetudine comprende brani del repertorio della Purple Family e cioè che fanno parte del repertorio di musicisti che hanno in qualche modo collaborato  con gli storici DEEP PURPLE.
Gli organizzatori dellOld Station Music Camp dichiarano: “Il significato di Cmp sta’ nella nostra volontà di creare un luogo  musicale nel quale accostare  varie possibilità di ritrovo dove sia il  musicista professionista sia il semplice amatore possono essere immersi completamente nella loro passione che si riassume nel significato più profondo della parola Musica. Il desiderio principale è quello di promuovere la cultura musicale e creare occasioni di aggregazione e scambio culturale fra appassionati e musicisti di qualsiasi genere. L’invito a partecipare non esclude nessuno, perché siamo mossi dalla consapevolezza che tutti possono trovare un canale per trasmettere, ricevere e condividere emozioni”.
Per il programma completo  e tutte le info sui  tre giorni visitate il sito  www.oldstationmusiccamp.it 

Floriana Lenti

giovedì 21 maggio 2015

Peppe Servillo e Solis String Quartet "Spassiunatamente" per beneficenza. Lunedì 25 maggio al Morlacchi sosteniamo l'AUCC e la ricerca contro il cancro

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Peppe Servillo con la Piccola Orchestra Avion Travel cantava ne “’L’Atlante”: “E voglio essere 100 lire di tasca in tasca senza capire dove vado a finire in quale borsa benedire”. Adesso le lire non ci sono più, ma l’intento di fare del bene è rimasto. Peppe Servillo e Solis String Quartet hanno deciso, infatti, di sostenere la ricerca scientifica donando all'AUCC il concerto "Spassiunatamente" in occasione del trentesimo anniversario dalla nascita l’Associazione Umbra Contro il Cancro. Il concerto, che si terrà lunedì 25 maggio al Teatro Morlacchi di Perugia alle ore 21.00, andrà a finanziare il progetto dell’AUCC “Adotta un ricercatore” che punta a raccogliere fondi per i ricercatori impegnati nella lotta quotidiana contro il cancro. La ricerca scientifica è lo strumento più prezioso per combattere questa malattia. Peppe Servillo sottolinea: “Indirizzare le nostre attenzioni e la buona musica in questa causa è un segnale per mettere in evidenza il fatto che la ricerca è un valore in quanto tale va sostenuta da tutti. La ricerca è un investimento per il futuro. Ho fatto vari concerti di beneficenza e cerco situazioni come questa in cui ci siano ragioni anche personali che mi spingano ad aderire ad un progetto comune”.
Da dove nasce il titolo "Spassiunatamente"?
E’ stato scelto perché si addice al repertorio della musica napoletana che proponiamo, è stato scelto per prendere coraggio, per scrollarci di dosso i timori dando spazio alla bellezza delle parole, all’armonia e alla profondità dei valori trasmessi. La tradizione se si lascia chiusa negli armadi muore, invece va praticata, divulgata e vissuta.
Come mai la scelta di essere accompagnato da un quartetto d’archi?
E’ interessante riproporre la musica napoletana con arrangiamenti e rivisitazioni, comunque rispettose della tradizione, ma in chiave innovativa.
E gli Avion Travel?
Abbiamo fatto l’anno scorso una lunga tournée dopo dieci anni. Il lavoro degli Avion Travel sussiste e prosegue attraverso le singole carriere dei componenti della Piccola Orchestra. Ogni tanto ci ritroviamo…
La musica napoletana è immensa ed eterna. Da Roberto Murolo a Sergio Bruni per arrivare alla fusion jazz/blues di Pino Daniele. Dove vi collocate?
I talenti citati, Murolo, Bruni, Daniele sono riconosciuti da tutti. Esistono tanti artisti che hanno rielaborato la musica napoletana attingendo dalla storia e dalla tradizione. Noi riproponiamo i classici con l’intenzione di testimoniare la radice popolare e le espressioni di individualità artistiche di altissimo livello. Ci siamo posti il problema di affrontare questo percorso sgombrando il campo da paure, come dicevo prima, con coraggio. La musica napoletana si distingue per il repertorio eccelso fatto di melodie, armonie e testi che sanno sfociare in vari umori: dal romanticismo all’ironia, dall’angoscia all’ilarità.
Quali canzoni porta sempre nel cuore?
Napulitanata portata al Festival di Napoli da Mario Abbate e ‘A Serenata e Pulecenella di Giulietta Sacco.
A tutti è data l’opportunità di partecipare al concerto con un contributo di 20 euro. L’obiettivo è sostenere l’ambizioso progetto dell’AUCC onlus. E qual è il modo migliore per sostenere la ricerca se non con un concerto di prestigio? Il tutto… "Spassiunatamente".

Floriana Lenti

giovedì 14 maggio 2015

Un fine settimana con Ellade Bandini a Sigillo. Seminario, incontro e concerto a “Villa Anita” sabato 16 e domenica 17 maggio



Il batterista che ha firmato le più belle pagine della musica italiana, Ellade Bandini, sarà protagonista di una due giorni di stage e live organizzata dall’Associazione musicale Kontrotempo (scuola di musica di Sigillo). La kermesse, che gode del prezioso patrocinio del Comune, si aprirà presso “Villa Anita” a Sigillo sabato16 maggio dalle 15:30 alle 19.00 con un incontro rivolto a tutti i musicisti e appassionati (non solo batteristi) che vogliono conoscere l'esperienza di Ellade Bandini, "monumento" del panorama musicale del nostro Paese. Il noto batterista gode di oltre 50 anni di esperienza attiva nella musica, più di 800 dischi, e collaborazioni con i maggiori artisti italiani e stranieri, ma anche di innumerevoli tour. Durante l'incontro saranno portati esempi, tramite l'ausilio di supporti audio/video, per comprendere al meglio la storia e la tradizione del mondo della musica attraverso i grandi interpreti e personaggi della nostra storia musicale. Domenica 17 maggio, sempre nella stessa location, dalle 10.30 alle 13.00 è prevista una full immersion nel mondo della batteria, si scoprirà come "inquadrare" il ruolo dello strumento all'interno della musica e si parlerà di stili, aneddoti e molto altro ancora. Per rendere la giornata di domenica davvero completa, l’appuntamento serale sarà con il concerto live alle 21.30 in cui Ellade Bandini saluterà il suo pubblico come meglio sa fare: con lo strumento e un bagaglio in più per tutti i partecipanti che prenderanno al volo questa grande occasione di stare a stretto contatto con un maestro che ha fatto della musica uno scopo di vita. Durante la serata ci sarà la collaborazione di due eccellenti musicisti Made in Umbria: Graziano Brufani al Basso elettrico e Samuele Martinelli alla chitarra. Ellade Bandini, parlando dell’incontro che terrà, dichiara: “Faremo una carrellata dei miei cinquant’anni di attività, darò ai ragazzi dei suggerimenti, ma sicuramente cercherò di lasciare ad ognuno di loro messaggi di speranza; loro che si aspettano questo da me. Cercano parole d’incoraggiamento perché la situazione in cui vivono è abbastanza spiazzante. Ci sono più insegnanti che allievi e ci sono più scuole che gruppi musicali. Il mestiere di batterista è già finito a meno che non accada un miracolo che capovolga le cose. Oggi tutti si aspettano di vedere pratiche musicali super tecniche, cose che io non so fare. Si suona per le emozioni, suonare solo per i batteristi è una cosa a mio avviso inutile. Sono molto curioso però di ascoltare i giovani e sono convinto che avrò molto da imparare”.

Posti limitati. Per informazioni e prenotazioni: 338/7519918, 329/5437053

Floriana Lenti

venerdì 8 maggio 2015

Musica popolare al Bad King con Antonio Ballarano Band e la Compagnia Aria Corte. Da oggi inizia l'estate!!!




Al Bad King di Perugia venerdì 8 maggio Antonio Ballarano Band e sabato 9 maggio Compagnia Aria Corte


L’estate è alle porte e la voglia di ballare, uscire e cercare il puro divertimento aumenta. Per questa ragione al Bad King di Perugia il mese di maggio si riempie di appuntamenti imperdibili, che mettono grinta e che fanno battere il cuore come solo sa fare la musica popolare italiana. Cataldo Uva e Letizia Bianchi, gestori del Bad King, sottolineano: “Il nostro desiderio è chiudere la stagione di musica live con concerti d’eccellenza, lasciando nell’aria la bellezza trasmessa dalle note delle band che abbiamo avuto il piacere di ospitare a Perugia. Vogliamo che tutti si divertano e pensiamo che le prossime date in calendario possano essere l’occasione giusta per salutare l’inverno e predisporci ad un nuovo inizio”.
Venerdì 8 maggio alle 22.00 con Antonio Ballarano e la sua band si potrà fare una scorta energizzante di swing made in Italy riscoprendo le sonorità più emozionanti del cantautorato popolare. I musicisti che si cimenteranno in brani di Dean Martin, Buscaglione, Carosone, Arigliano, Capossela, Pino Daniele, Dalla, De André, Gaber e molti altri… sono Antonio Ballarano alla voce, Tiziano Fioriti al sax, Antonio Ruvo alla chitarra, Fabio Giusto al basso, Francesco Montesi alle percussioni e Gianni Maestrucci alla batteria.
Sabato 9 maggio alle 19.00 il Bad King propone uno stage per tutti gli appassionati di pizzica e taranta, ma anche per i più curiosi ascoltatori che desiderano cimentarsi nel ballo tipico salentino prendendo tra le mani il tamburello e provando a seguire il ritmo incalzante tipico delle terre del Sud. Tra gli organizzatori dello stage i pizzicati Fabio Sirchio e la moglie Cinzia Scotoni: “Personalmente riteniamo che la musica popolare salentina sia vita. E’ incredibile il modo in cui il ritmo entra nel corpo trasmettendo a tutte le membra, quasi involontariamente, la necessità di muoversi, di manifestare adesione totale alla musicalità intera; siamo pizzicati. La pizzica e la taranta sono come le radici di un ulivo centenario che con forza e dolcezza sviluppano tronco, rami e foglie che sotto i raggi del sole e accarezzate dal vento sono pronte a emanare ossigeno”. Alle 22.00 proseguirà la serata con il concerto della “Compagnia Aria Corte”, uno tra i gruppi più importanti del panorama etno-popolare pugliese, che dalla metà degli anni ‘90 ad oggi, continua ad essere punto di riferimento del movimento di riproposta della più antica e travolgente forma di ballo e ritmo popolare quale è la "pizzica-pizzica”. Gli artisti Carlo "Canaglia" De Pascali (tamburello e tammorre), Lucia Passaseo (tamburello e voce), Giovanni Arbace (chitarra acustica, armonica a bocca e voce), Salvatore Corvaglia (organetto diatonico) e Moana Casciaro (ballo) dopo aver fatto ballare le piazze d’Italia, d’Europa e del Mondo porteranno in Umbria  sabato 9 maggio anche canzoni proprie, della tradizione grika, ballate contadine e canti d'amore. I concerti live gratuiti proseguiranno mercoledì 13 maggio con swing, salsa e bossa-nova della big band “Babalu’s Man” e venerdì 15 maggio con le note argentine, brasiliane e caraibiche dei “Projectango”.


Floriana Lenti










martedì 21 aprile 2015

La Med Free Orkestra al Bad King mercoledì 22 aprile ore 21.30


Cinque Paesi, tre continenti e cinque lingue diverse, la Med Free Orkestra è un ensemble caleidoscopico e multietnico composto da musicisti provenienti da varie aree del sud del mondo, per rappresentare una delle esperienze più interessanti e originali nell’ambito della world music. "In un periodo così difficile per i locali perugini a cui va tutta la nostra solidarietà -dichiara Antonio Ballarano, direttore artistico del Bad King- è necessario garantire la presenza di spettacoli di spessore culturale. E' sempre più importante saper comunicare anche e soprattutto attraverso la musica. Domani sera assisteremo ad uno spettacolo che ci racconterà quello che sta accadendo nel mondo".


FRANCESCO FIORE – TROMBA E DIREZIONE ORCHESTRA
LAVINIA MANCUSI – VOCE – VIOLINO – TAMBURELLO
SARA JANE CECCARELLI – VOCE
PAOLO CECCARELLI – CHITARRA
RICCARDO DI FIANDRA – BASSO
ALESSANDRO SEVERA – FISARMONICA
ALESSIO GUZZON – TROMBA
VINCENZO VICARO – SAX E CLARINETTO
IHOR SVUSTUN – TROMBONE
MADYA DIEBATE – KORA E VOCE
ANDREA MERLI - BATTERIA

INGRESSO GRATUITO. CONSIGLIATA LA PRENOTAZIONE 075.30011



Ascolta: BackGround e Bulkanian

mercoledì 8 aprile 2015

Gianluigi Paragone al Bad King sabato 11 aprile



Gianluigi Paragone è giornalista e conduttore televisivo. E’ stato definito spesso “il Santoro di destra”, e non ci si stupisce, dato il suo trascorso: ex direttore della Padania, ex giornalista di Libero, ex vicedirettore di Raiuno e di Raidue. Nel suo programma L’ultima parola si è presentato con chitarra a tracolla e orecchino al lobo per fare editoriali in musica. Sabato 11 aprile sarà ospite al Bad King alle 21 e 30 per cantare con gli Skassakasta. Il direttore artistico Antonio Ballarano specifica solo: “Potremo godere gratuitamente di uno spettacolo che diverte e fa riflettere, suoni ed emozioni si mescoleranno… Già le prenotazioni in sala sono numerose”. Abbiamo intervistato Paragone, scoprendo l’uomo che è diventato, l’attenzione per le parole recitate e musicate e la voglia di cantare contro politica e finanza.
Cosa proporrai sabato sera?
Uno spettacolo particolare. Non sono un cantante e non ho una bella voce. Utilizzo le canzoni per lanciare dei concetti. Mi piace definire la mia performance ‘attualità appoggiata sul pentagramma’. Il titolo Spoon Rock River si rifà alla crisi politica ed economica che stiamo vivendo. Racconto in musica le cause e gli effetti del declino, le vittime silenziose che ne derivano.
Ti cimenterai in cover oppure hai pezzi tuoi?
Insieme a Luca Pedroni (chitarra), Luca Fraula (tastiere), Francesca Morandi (basso) e a Marco Mengoni (batteria) porteremo sul palco cover, sì, in una chiave rock. Poi ci sono anche pezzi nostri… non molti. Sono rocchettaro, il rock mi dà energia anche se mi piace un po’ tutta la musica. Adoro il cantautorato italiano cui rimprovero però assoluta semplicità di scrittura musicale, di arrangiamento. Noi vogliamo sottolineare la parola.
Chi ha scelto il nome SkassaKasta?
L’ha scelto il mio capo-autore Sergio Bertolini.
Quando è iniziata la tua carriera da “musicante” e come si concilia con il tuo lavoro giornalistico?
In gioventù ho sempre avuto il pallino della musica; è il quarto anno che la porto in tv. Il giornalismo, poi, è un racconto di notizie. Se riesci a scriverle su carta stampata, se riesci a trarne pezzi televisivi non è detto che le notizie non possano declinare altre forme d’arte. Ad un certo punto comunque ho provato l’esigenza di andare oltre la telecamera. Avevo voglia di un contatto diretto, di un palco reale.
Rispetto al tuo trascorso politico, come ti senti?
Ho capito che c’erano vecchi schemi che non funzionavano. Con la politica il mio conto è saldato ed ho rotto anche con la dirigenza Rai. In passato si fanno sempre delle cose e l’onestà intellettuale sta nel capire, valutare e giudicare obiettivamente. Ho fatto una scommessa sbagliata. Ora mi sento libero. Non a caso la parola ‘libertà’ è quella che uso di più nello spettacolo. Non si può rimproverare il passato. Se tornassi indietro rifarei tutto, non ho rimpianti. A 42 anni speri di fare altre cose.
Qual è la tua idea politica?
E’ l’idea di uno che ha perso e che adesso si limita a guardare le storie piccole. Il punto di vista è quello più distaccato possibile perché non mi interessa adesso la politica. 
Guardiamo il presente. Di cosa ti occupi?
Per ora sono quotidianamente impegnato nella conduzione della trasmissione Benvenuti nella Giungla in onda su Radio 105 con Mara Maionchi. E’ un programma di grande popolarità. Poi continuo con La Gabbia su La7. Sto anche portando lo spettacolo Spoon Rock River in giro, cerco piccoli locali, mi piace stare appiccicato alle persone, nei teatri c’è più distacco. Il cronista, d’altronde, deve stare sul campo, se ci si allontana si rischia di raccontare solo la propria visione.
Cosa vuoi trasmettere, qual è il messaggio che desideri far arrivare al tuo pubblico?
Prima di tutto: state attenti alla realtà virtuale, ci sono troppi pericoli in questo mondo a taglia dura. Farò una canzone che parla di facebook e social network. In secondo luogo: ricordate che c’è sempre la possibilità di chiudere gli occhi e vedere la strada che porta alle favole! E’ su questo concetto che si basa il monologo d’introduzione a L’Isola che non c’è di Bennato.
Il tuo idolo internazionale?
Bruce Springsteen. Ho tutti i biglietti dei suoi concerti.
Con quali artisti italiani hai collaborato?
Ruggeri, Bennato, Baccini, Finardi…
Come spieghi il cambio del tuo look?
Giacca e cravatta fanno parte della fase in cui devi mettere un abito per essere un monaco. In questo Paese ci vogliono uniforme e gradi per esser presi in considerazione. Adesso posso fare quello che voglio.

Floriana Lenti

martedì 24 marzo 2015

Domani sera al Bad King Sara Jane Ceccarelli e tutto il suo jazz




Per suonare jazz ci vogliono creatività, conoscenza tecnica degli strumenti e voglia di improvvisare intrecciando in un unico risultato tutte le sonorità. Per cantare jazz si richiede anche potenza diaframmatica e capacità di variazione vocale dei toni. In Sara Jane Ceccarelli, cantante italo-canadese, vissuta dal 2000 al 2006 a Perugia, ma ormai romana d’adozione, c’è tutto. In lei c’è il dono di una voce limpida e a tratti graffiante che sa far volare il pensiero di chi ascolta. Presenza d’eccellenza dell’Orchestra Nazionale Jazz e della Med Free Orkestra, ultimamente ha fatto parte anche dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Mercoledì 25 sarà a Perugia, al Bad King, dalle 21.30, dove presenterà il suo ultimo lavoro. Il direttore artistico Antonio Ballarano ha dichiarato: “Servono voci come quella di Sara Jane Ceccarelli, perché sono esempio di come si può raggiungere un livello altissimo di professionalità. La conosco da tempo, ormai, e ho osservato la sua escalation, il suo bellissimo percorso fatto sicuramente di studio e di ricerca, ma anche di passione. Sarà un vero spettacolo”.
Sara Jane Cerrarelli, cosa proporrai al Bad King?
Mercoledì mi esibirò con mio fratello Paolo, chitarrista e compositore. Abbiamo riarrangiato classici dei generi più diversi, dalle più classiche ballad jazz e blues a perle di autori come Leonard Cohen e Lou Reed, includendo brani inediti.
Com’è suonare con tuo fratello?
Mi ha sempre incentivata. Sicuramente è stato una guida, ma solo adesso posso dire di aver costruito con lui un vero lavoro. Ora siamo dei veri e propri colleghi.
Da pochi giorni hai presentato il tuo nuovo singolo “Nothing really ends before we die”…
Sì, dopo una vita di esibizioni in duo, ho deciso di creare qualcosa di nuovo, ho messo su un quintetto ed è stato come ricominciare da zero. E’ stato straordinario collaborare con Luigi Di Chiappari - keyboards and electronics, Paolo Ceccarelli - guitars and effects, Riccardo di Fiandra - electric bass e Simone Prattico - drums and percussions. Il nuovo album, che uscirà a maggio, sarà prodotto da una grande casa discografica e in un solo giorno, su youtube, le visualizzazioni del singolo sono state tantissime.
Cosa provi quando sei di fronte a pubblici così vasti?
Un’emozione difficile da descrivere. Quello che accade sul palco non succede nella realtà. Batte il cuore eppure è una sensazione molto naturale per me. Mantengo sempre la calma, mi sento a mio agio.
Che rapporto hai con la tua voce?
Finalmente buono. E’ nato tutto per gioco, in famiglia. Mio padre è pianista e mi ha lasciata sempre molto libera di scegliere la strada ideale per me, mio fratello è chitarrista e come me insegna alla Percento Musica a Roma. Io ho sempre cantato, ma solo due anni fa, in treno, è arrivata la consapevolezza totale… quando un passeggero mi ha chiesto quale fosse il mio lavoro ho risposto: ‘Sono cantante’.


Floriana Lenti

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