venerdì 18 novembre 2016

DECOLONIZZARE CON LA POESIA! A Foligno. Sabato 19 novembre


La Redazione del Caffè Moda Rinaldi Magazine ospita UmbriaLibri 2016 con il WorkShop "Decolonizzare con la poesia"
Intervengono:
Emmanuel di Tommaso, poeta
Floriana Lenti, giornalista
Carmine Conelli, Dottorando in Antropologia Coloniale
Coordina Layla Crisanti

A seguire Brunch Letterario a Cura di Nazzareno Brodoloni 
"Apriti Sedano"
Angolo Dolci a Cura di O'MA'
Palazzo Lezi Marchetti, Via Cairoli 38 Foligno - Dalle 11 e 30 in poi...
Brunch Posti Limitati su Prenotazione Euro 10
Tel. 331.1872029 /348.8401145


mercoledì 16 novembre 2016

“I GIORNI DELLA NEPENTE – UNA STORIA TOSSICA” giovedì 17 novembre alle 19.30 al T-Trane




Appuntamento con le voci nuove della letteratura umbra, giovedì 17 novembre al T-Trane Record Store. Alle 19.30 ci sarà la presentazione del romanzo “I giorni della nepente – Una storia tossica”, di Matteo Pascoletti, finalista al Premio Augusta per scrittori esordienti. Dialogherà con l’autore la giornalista Floriana Lenti.
In una maledetta domenica di settembre un tossicodipendente uccide una pensionata nel tentativo di scipparla; il figlio della donna insegue e massacra a sua volta lo scippatore. Da quel momento tutto precipita. In mezzo al coro delle voci che si leva in rete, sui giornali e in tivù, per capire cos’è successo davvero occorre mettere insieme i percorsi di tutti gli attori della storia: il Profeta, il tossico, il giornalista, il professore precario, la ragazza incinta che cerca redenzione. Nella città subito ribattezzata dai media “capitale della violenza”, in mezzo a una carambola di corpi in traiettoria casuale che si scontrano solo per ferirsi, si andrà presto a scoprire che le passioni con cui l’uomo si acceca per sfuggire all’angoscia non sono poi così diverse dai succhi profumati con cui la nepente, pianta carnivora, attira gli insetti per poi consumarli, nutrendosi di loro.
L’autore Matteo Pascoletti (1978) è nato e vive a Perugia. Dottore in Italianistica, lavora nella comunicazione online e collabora al Festival Internazionale del Giornalismo. Scrive sul blog collettivo Valigia Blu. Ha pubblicato il racconto “Dizionario del diavolo net” nell’antologia “Rien ne va plus” (Las Vegas Edizioni). Suoi racconti sono apparsi su Nazione Indiana, Scrittori Precari, A Few Words, RiotVan e UmbriaNoise.

"Così hai deciso di mollare, e solo allora hai scorto la strada da compiere. Era sempre stata lì, ma tu non l'avevi vista, perché c'è bisogno di un buio completo per notare la luce più lontana e flebile" Matteo Pascolati

“ACCANTO A TE” LO SPETTACOLO SUL TEMA DELLA VIOLENZA DI GENERE AL BRECHT DI SAN SISTO


Uno schiaffo in pieno viso fa male. Quante donne lo hanno ricevuto? E quante volte hanno coperto i segni con del fondotinta? Esistono, poi, lividi e ferite che rimangono dentro, nel cuore, nella mente, invisibili agli occhi altrui, ma capaci di bruciare per molto tempo. Lo spettacolo “Accanto a te”, sul palco del teatro Bertolt Brecht di San Sisto, andrà in scena gratuitamente, giovedì 17 novembre in due repliche (alle 19.00 e alle 20.30)
Floriana Lenti 
La donna diviene gradualmente incapace, debole, impotente, totalmente dipendente dal partner, non sempre riesce a reagire. “Le fasi della spirale della violenza possono presentarsi in un crescendo e poi ‘mescolarsi’. Isolamento, intimidazioni, minacce, ricatto dei figli, aggressioni fisiche e sessuali si avvicendano spesso con una fase di relativa calma, di false riappacificazioni, con l’obiettivo di confondere la donna e indebolirla ulteriormente” si legge nelle pagine di D.i.Re Donne in rete contro la violenza. Venire allo scoperto, trovare la forza di confessare il dolore ricevuto è difficile, spesso provoca altro dolore. Eppure esiste un modo per venirne fuori. Lo spettacolo teatrale Accanto a te” lo dimostra. Sul palco del teatro Bertolt Brecht di San Sisto andrà in scena gratuitamente, giovedì 17 novembre in due repliche (alle 19.00 e alle 20.30) un percorso creativo di co-costruzione che, come sottolinea Alessia Fabbri della Cooperativa sociale Borgorete, “Nasce da un copione che è il risultato di un processo che ha coinvolto donne e uomini che, da prospettive differenti, conoscono direttamente la tematica della violenza di genere e della violenza assistita”. “Noi autori – dichiara il drammaturgo Massimiliano Burini – io, Alessandro Sesti e Stefano Baffetti,  siano riusciti ad ascoltare, confrontare, accogliere ed elaborare le molteplicità delle istanze e delle voci del gruppo sintetizzandole in azione scenica e in forma teatrale percorrendo la scelta del coinvolgimento del pubblico che sarà trasportato e coinvolto nella scena esattamente come accade nella realtà in cui quotidianamente la violenza si insinua”.
Lo spettacolo Il teatro, dunque, si fa portavoce di un tema sociale di grande attualità e darà voce ad un team costituito da diverse voci con differenti sguardi: operatrici dei CAV, le operatrici delle comunità dove spesso vengono ospitati i minori vittime di violenza assistita, il regista, i drammaturghi, le donne che hanno vissuto questa esperienza e che ne sono uscite attraverso un percorso di consapevolezza, ma anche donne e uomini insieme nel riflettere un tema così articolato. Lo spettacolo “Accanto a te” è stato ideato, promosso e realizzato dalla cooperativa Borgorete insieme all’Associazione Liberamente donna, con la collaborazione della Regione Umbria, il patrocinio del Comune di Perugia e la partnership della cooperativa Fontemaggiore, ed ha l’obiettivo di rinforzare i modelli d’intervento esistenti, promuovere il sostegno alla genitorialità, prevenire l’allontanamento dei minori dalle donne vittime di violenza.

sabato 30 luglio 2016

"Dal presente al..." pomeriggio a Nocera Umbra con l'arte di Fabrizio Fabbroni

Ci siamo, il grande giorno è arrivato. Sono immersa nei libri che leggerò quest’estate. Intorno a me, adesso, anche post-it sparsi per casa su cui ho scritto appunti su cose da fare, cose da comprare, cose da sistemare, cose da portare, cose… Fa caldo. E tutto sembra scorrere troppo velocemente. Apro il pc, rileggo le mail, faccio mente locale sulla giornata di oggi. Tra poco si parte per Nocera Umbra e lì sarò accolta da una rassegna di arte contemporanea organizzata dall'Associazione "Casa degli Artisti" curata da Francesco Minelli e dall'artista Carla Medici. Entrare nella Torre Civica di Nocera Umbra è sempre stato un piccolo sogno, oggi lo realizzerò insieme all’artista Fabrizio Fabbroni che mi coinvolge pienamente nei suoi pensieri, nelle sue opere e nelle sue esperienze più profonde. Si è inventato un nuovo progetto artistico intitolato "Dal presente al...". Rimarrà alla Torre da questo pomeriggio 30 luglio al 20 agosto, poi diverrà itinerante.
Fabrizio Fabbroni mi ha chiesto di presentare con lui i suoi lavori, mi limiterò a fare domande, a coordinare gli interventi, ciò che più conta per me, è che la sua arte oggi mi spinge alla riflessione, mi chiede di fermarmi un momento, mi dice di riflettere, ascoltare con gli occhi e con la mente. Cosa e come viviamo? L’artista mi ha scritto che aveva in mente di realizzare “una mostra di denuncia contro questa ‘Puzza di morte’ che è presente ogni volta che respiriamo”. Come dargli torto? E qual è il modo migliore per metterci addosso il profumo della speranza se non con l’arte? Fabrizio Fabbroni mi dice che per lui è giunto il momento di  “cercare uno spiraglio, un granellino che blocchi l'ingranaggio impazzito, questo vuol essere il significato positivo della mostra: non possiamo accettare quello che accade come soluzione finale del nostro vivere, basta fare gli struzzi, pensando che altri cercheranno di risolvere i problemi”; sono d’accordo su tutta la linea. E’ per questo che ci sarò.
Le quattro opere in esposizione si chiamano:
"E corsero tutti all'indietro" - stendardo di ml 210x250 in tecnica mista
"Toc...Toc… ci siamo anche noi" - stemma 10x110
"Italiani, scusateci" - stemma 110x100
"Odore di morte" - stemma 100x120

Ora la curiosità mi assale. Vado a prepararmi. Ci vediamo alle 18.30.

giovedì 21 luglio 2016

Music For Sunset - ALFIO ANTICO: “PORTO LA SICILIA AL LAGO TRASIMENO”

 
L’odore della terra arsa, la salsedine che si mescola al sudore, il cielo limpido che abbraccia l’erba ingiallita, una distesa d’acqua che circonda tutto, lo scorrere del tempo scandito da tocchi di mani su tamburo. Nasce da questi elementi la musica del cantautore e percussionista siciliano Alfio Antico che domenica 24 luglio sarà uno dei protagonisti di punta della settima edizione di Music for Sunset, festival di suggestioni sonore al tramonto, promosso dall’Associazione Umbra della Canzone e della Musica d’Autore nella splendida cornice dell’Isola Maggiore.
di Floriana Lenti 
Alle 19.30, alla Lingua del Cigno, si darà vita ad “Antico”, concerto di musica folk sperimentale in cui si esibirà anche il cantautore Colapesce, coproduttore del progetto. E da un’isola all’altra, con il valido sostegno del sole che lascerà il posto alla luna, tutte le emozioni che sa restituire la musica popolare del sud si trasferiranno in Umbria. Abbiamo intervistato Alfio Antico che tra un sorriso e l’altro ci ha trasmesso la sua passione lasciando la curiosità dell’ascolto…
Cosa significa portare la Sicilia al lago Trasimeno?
Significa raccontare la mia storia in un luogo differente ma simile perché saremo comunque su un’isola. Portare la mia Sicilia è appunto un racconto, in questo caso qualcosa di molto arcaico, di puro, di umano.
Nella sua arte si intrecciano musica, poesia e azione scenica. Quale performance ha in mente per il pubblico di domenica?  
Tutte e tre, come sempre. Non esagero però nella descrizione, è una sorpresa (ride)
Il suo primo tamburo?
Da ragazzo, mentre ero a fare la transumanza, una pecora alla quale ero legato morì tra le mie braccia. Scrissi anche una canzone a proposito di questa storia, Barulè.
Scoperto da Eugenio Bennato una sera a Firenze, ha collaborato con artisti di fama internazionale, ci racconta un breve aneddoto di uno dei tanti concerti che hanno segnato la sua carriera?
Ho sempre piacere a raccontare della splendida presentazione che mi fece Lucio Dalla come intro della sua Caruso. Fu una serata straordinaria, lui mi presentò con un nobilissimo rispetto, quasi in maniera timida, fu molto dolce. C’è ancora un video in internet, ogni tanto lo riguardo volentieri.
Quest’anno è uscito l’ultimo album prodotto da Lorenzo Urciullo -in arte Colapesce- e Mario Conte. Com’è suonare con loro?
Lorenzo lo conosco da anni, io e suo padre siamo amici da una vita, quindi per me era come lavorare in famiglia. Lui ha voluto coinvolgere un suo caro amico, Mario Conte, e da lì, tra una cena e l’altra, abbiamo suonato. È stato qualcosa di profondamente umano.
Cosa pensa della “riscoperta” della pizzica e della tammorra in Italia?
Guardi l’importante è non farne un’imitazione. Tra gli anni ’70 e gli anni ’80 con Musicanova e Peppe Barra è stata rimodellata e resa contemporanea, ora bisogna capire cosa si vuole fare. La curiosità è un bene, ma bisogna conoscerla, sapere da dove viene e dove può andare, se è solo un copia e incolla non va bene.
Il verso della canzone che le sta più a cuore?
In questo ultimo disco dico un verso di Pirchì, l’ho improvvisata senza scriverla a microfono aperto e se ci fate caso la mia voce è emozionata. Credo che in questi versi ci sia tutta la mia adolescenza tra le montagne con le pecore, è tutta lì.
Terra ca ti taliu
si sempri comu na minna
ca mi duna latti
puru quannu non tegnu siti.
Nun ci luvati l’aria a l’aceddi
sinnò nun ponnu vulari”

Fonte: ViewPoint

martedì 5 luglio 2016

"Sulla soglia boschiva" domani alle 18.30


Le parole dell’autore Emmanuel di Tommaso risuonano prima nella testa, poi nello stomaco. Ogni viaggio ricomincia dalla dispersione spiritualesi legge tra le pagine del libro di poesie “Sulla soglia boschiva” che verrà presentato mercoledì 6 luglio alle 18.30 alla Biblioteca di San Matteo degli Armeni a Perugia. Evocano natura, fiori, foglie, meandri della terra e sensazioni per i più difficili da esprimere. La nota attrice umbra Caterina Fiocchetti declamerà le composizioni dell’autore rivisitando e riportando alla luce tratti di profonda attualità di cui è colmo il libro: i profughi che arrivano sulle rive dei nostri mari, la straziante e sanguinosa guerra in Medio Oriente, il silenzio di fatti di umana cattiveria che si fa assordante. “Dentro un’ombra mi rivedo” dichiara un verso di una poesia e lascia la sensazione che in quell’immagine riflessa ci sia lo sguardo di ognuno di noi. Le relazioni umane in connubio con le forme dei corpi sono descritte in modo delicato accompagnato da una nota pop: si sente la voce di David Bowie. E la natura, il divenire delle stagioni, il procedere incauto e incessante del tempo sono un richiamo alla poesia di Elliot. Fa da faro anche Thomas Bernhard, illumina percorsi che il libro invita a compiere. Lo sguardo di Emmanuel Di Tommaso è rivolto lontano, accompagna il lettore accanto alla Cattedrale di Sanit Andrews in Scozia, si sposta poi a Lisbona, arriva fino a Gaza, ritorna sulla soglia del “bosco interiore” di chi si imbatte nella lettura. Si alza, infine, una preghiera di perdono e la richiesta umana e diretta di libertà.

Floriana Lenti

Fonte: ViewPoint 

martedì 28 giugno 2016

L'amore vince tutto! Cesare Bocci e Daniela Spada si raccontano in "Pesce d'Aprile"


Fa venire le lacrime agli occhi, fa sorridere, fa piangere e fa riflettere. Il messaggio è: “ce la puoi fare!”. Cesare Bocci e Daniela Spada si raccontano nel libro scritto a quattro mani “Pesce d’Aprile” sottotitolo “Lo scherzo del destino che ci ha reso più forti” (Edito Sperling e Kupfer).  Lui il Mimì Augello de il Commissario Montalbano e lei ideatrice e curatrice del blog www.cucinaamoremio.com saranno a Perugia alla Libreria Grande di Ponte San Giovanni mercoledì 29 giugno alle 18.00. Gli autori mettono a nudo le proprie fragilità senz’alcuna autocelebrazione, in modo semplice, scorrevole, sorprendentemente naturale. Una storia di rinascita: tutto inizia con un mal di testa, sedici anni fa, dopo il parto della piccola Mia. Poi il buio, venti giorni di coma. Lo scherzo del primo aprile è un embolo crudele che va proprio a scoppiare nel cervelletto di Dany, è così che la chiama il compagno. E ad un tratto la vita della protagonista cambia e come in un effetto domino anche tutto il resto viene travolto.  
Una linea di separazione, l’ictus. C’è il prima e c’è il dopo, quest’ultimo non è affatto semplice. Le lunghe attese, il senso d’impotenza, la speranza per ogni piccolo miglioramento, i taxi per andare a fare fisioterapia, l’ascensore troppo piccolo per una sedia a rotelle, l’accettazione della mamma da parte di una bambina che è riuscita a camminare prima che sua madre imparasse nuovamente a farlo, la determinazione finale che vince la malattia. Tutti questi elementi si susseguono lasciando il lettore incollato alle pagine del libro.
Tanti uomini scappano di fronte a ciò che è più grande di loro, Cesare rimane. E cos’è l’amore vero se non rimanere? Cesare lo fa con devozione ed è capace di annullare il resto e divenire pilastro portante per la sua compagna. E’ presente. E’ la prova che l’amore vince tutto.
Tante donne si sarebbero demotivate ascoltando parole quali: “Non camminerà più”. Daniela reagisce, supera se stessa mostrando una forza incredibile e poi insegna a tutti a non mollare mai, a ricominciare dalle piccole cose quotidiane. 
Anche Mia a suo modo comunica quanto sia importante avere accanto una persona che nonostante si senta respinta e rifiutata ti mostra amore incondizionato. 
Nel libro, poi, vengono affrontati con ironia e senso critico temi che coinvolgono tutti come la malasanità, il sistema italiano che non riconosce ancora i diritti a tutte le coppie, gli ostacoli che trovano le persone disabili. Infine, quello che riecheggia, è un grazie smodato ai veri amici, ai familiari, ai colleghi di lavoro, eppure, il grazie più grande dovrebbe essere rigirato ai protagonisti e autori. Sì, grazie, perché storie come quella raccontata possono far sentire meno soli, perché le parole interiori che devono vibrare sono “ce la puoi fare”, perché la vita è un dono e va accettata, vissuta, amata. 

Floriana Lenti

(La prima parte dell'articolo è stata pubblicata sul Corriere dell'Umbria)


lunedì 27 giugno 2016

CESARE BOCCI E DANIELA SPADA ALLA LIBRERIA GRANDE DI PERUGIA PER PRESENTARE IL LORO LIBRO

Si legge d’un fiato, con gli occhi lucidi e un sorriso sulle labbra il libro “Pesce d’Aprile” scritto da Cesare Bocci – il Mimì Augello de il Commissario Montalbano- e Daniela Spada – adesso nota per il blog www.cucinaamoremio.com – che saranno ospiti mercoledì 29 giugno alle 18 alla Libreria Grande di Ponte San Giovanni. “Lo scherzo del destino che ci ha reso più forti” si legge nel sottotitolo, e rende perfettamente l’idea di come in poco tempo tutto può cambiare, ma anche ciò che sembra insormontabile può essere superato.
di Floriana Lenti
Gli autori a quattro mani, si mettono a nudo, svelano le loro fragilità, raccontano come un ictus, quello che ha colpito Daniela ad una settimana dalla nascita della figlia Mia, può oscurare tutto, può far crollare ogni certezza e come si può risalire con caparbia e con vero amore. Il bicchiere è sempre mezzo pieno anche quando ci si sente dire “Non camminerà più”. Con ironia e disarmante lucidità vengono affrontati i temi più critici: un sistema nazionale che ancora non riconosce i diritti di tutte le coppie, la malasanità, gli ostacoli in cui quotidianamente si imbattono le persone disabili. Scorrono veloci le pagine sempre piene di riconoscenza nei confronti di medici eccellenti, di familiari ed amici pronti a dare un sostegno concreto. Anche quando si legge di sconforto, di attese interminabili tra caffè e sigarette, di dolorose cure di riabilitazione, c’è sempre una voce di speranza che ripete: “Ce la puoi fare”. Ed è proprio questo il messaggio che rimane nel cuore quando si arriva alla fine. Tra le pagine finali, infatti, c’è scritto: “Mai e poi mai ci si deve arrendere. Anche se si è soli, se non si ha nessuno accanto a guadare fiumi o ammazzare draghi cattivi per voi, a scalare montagne per raggiungere vette impossibili su cui cresce una pianta che forse può darvi un poco di sollievo… Sì, pensate ad altro; a una cosa leggera”.
Fonte: ViewPoint

mercoledì 22 giugno 2016

Tramonti, suggestioni, cultura... Arriva Music for Sunset!


Immaginate il sole che va a dormire lasciando il suo riflesso sul lago, musica d'autore come sottofondo, il profumo dell'estate, performance teatrali, danza contemporanea e la compagnia di gente interessante... Immaginate di ripetere l'esperienza due giorni di seguito. Vi sembra troppo? Non è nulla rispetto a quello che accadrà all'Isola Maggiore il 23 e il 24 luglio! La settima edizione di Music for Sunset, infatti, è colma di sorprese e “In questa edizione – sottolineano gli organizzatori – abbiamo cercato di creare una rete tra le varie realtà del territorio che, come noi, si occupano di cultura. Una collaborazione che permetterà a tutti noi di confrontarci umanamente e di unire le differenti esperienze 'sul campo'. L’augurio è che questa prima esperienza insieme a Music for Sunset sia il punto di partenza per una nuova sinergia mossa dalla passione di ognuno di noi per l’arte e legata dal fermo intento di valorizzare al meglio il territorio umbro e i suoi talenti”. 


Ecco il programma: 

Sabato 23 luglio
–Presentazione del libro Pescatori del Trasimeno (Morlacchi Editore) di Alvaro Masseini con la partecipazione di Valter Sembolini (Amministratore Delegato Cooperativa Pescatori del Trasimeno). In veste di coordinatore Marcello Migliosi. Appuntamento letterario in collaborazione con Isola del Libro. A seguire degustazione di vini umbri.
-Debutto in anteprima nazionale de La Tempesta di William Shakespeare, regia di Samuele Chiovoloni, nuova produzione Teatro di Sacco, Associazione Umbra della Canzone e della Musica d’Autore, Isola del Libro che vedrà in scena un “naufragio itinerante” per Music for Sunset
-Progetto Turandot concerto di musica tradizionale cinese e musica classica in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia
-Esibizione musicale di Demo Artegiani, vincitore del Premio Lucio Dalla 2016 
-Appuntamento tra scienza e musica a cura di Psiquadro (anteprima Isola di Einstein)
Domenica 24 luglio
-Passeggiata musicale alla Chiesa di San Michele Arcangelo a cura di Peppe Brizi e Matteo Magna
-Angolo letterario sportivo a cura dello staff del sito www.tuttocalcioestero.it
-Appuntamento tra scienza e musica a cura di Psiquadro (anteprima Isola di Einstein)
-Performance di danza contemporanea a cura della INC InNprogressCollective Atelier. Coreografie di Afshin Varjavandi
-Antico concerto di musica folk sperimentale del cantautore e percussionista siciliano Alfio Antico
-While the world sleeps sonorizzazioni in riva al lago a cura di Chiskee
-Presentazione del progetto FOROBA YELEN trasformare l’ombra dell’albero in luce a cura di Matteo Ferroni
-Fertile. Il desiderio che spinge la vita progetto dell’artista umbra Elisa Tonelli tra musica e teatro

L'evento è promosso dall'Associazione Umbra della Canzone e della Musica d’Autore

mercoledì 1 giugno 2016

Da Giallo Zafferano a “La mia cucina” con Sonia Peronaci

Tra le cuoche più amate e seguite dal web, l’ideatrice di Giallo Zafferano, Sonia Peronaci domani 3 giugno sarà a Perugia alla Libreria Grande di Ponte San Giovanni alle 17 e 30 per raccontarci il nuovo libro “La mia cucina” edito Rizzoli. A prima vista si può pensare che questa pubblicazione sia un altro ricettario; basta prenderlo tra le mani, aprirlo, sfogliarlo per capire che c’è ben altro: consigli pratici, tecniche di conservazione dei cibi, trucchi interessanti degni di chi della cucina ne fa quotidianamente un’arte.
Quello che però balza subito agli occhi è la semplicità con cui l’autrice spiega la realizzazione delle pietanze, anche chi non ha dimestichezza in cucina saprà trovare il necessario per ottenere magici risultati, infatti, non mancano le varianti e a dirla tutta tra le righe c’è una voce che tranquillizza e sprona a liberare la fantasia! Perché alla base di tutto, prima di disporre gli ingredienti in tavola, prima ancora di procurare gli strumenti per la preparazione dei piatti, c’è la passione. E si sa, il cibo non è solo un bisogno primario, è amore, desiderio, gusto, profumo, sapore, identità culturale e condivisone. Dalla cucina tradizionale italiana alle suggestioni di paesi lontani ne “La mia cucina” c’è tutto quello che può servire durante la giornata: colazione, pranzo, merenda, aperitivo, cena. Cento ricette per ogni momento quotidiano, illustrate passo dopo passo pronte a sostituire decine di libri di ricette di difficile consultazione e a volte con ingredienti improbabili e di rara reperibilità. Le immagini, poi, fanno venire l’acquolina in bocca. Per chi ha disturbi alimentari Sonia Peronaci propone squisite varianti senza glutine e lattosio, per chi, invece, ci tiene particolarmente alla linea, non mancano ricette con farine integrali e poche calorie. Al passo con i tempi, considerando la crisi economica che colpisce molte famiglie, l’autrice propone anche alimenti economici alla portata di tutte le tasche. L’intuizione dello scrittore irlandese George Bernard Shaw sintetizza tutto quello che c’è da sapere su “La mia cucina” di Sonia Peronaci:"Non c’è amore più sincero di quello per il cibo".


Floriana Lenti

Fonte: ViewPoint



lunedì 16 maggio 2016

"Voltarelli canta Prefazio" alla Libreria Grande


Quando due forti personalità s’incontrano si crea una tempesta emotiva che può generare una guerra oppure una sinergia così coinvolgente da diventare esempio di perfezione, motivo di memoria, antidoto che sconfigge luoghi e tempi. Peppe Voltarelli ha incontrato Otello Ermanno Profazio mentre contemplava la terra natale e “i tratti irregolari di una montagna, un fiume enorme con poca acqua, una strada senza luci, dei cani randagi stesi al sole, un silenzio…” e il cantastorie calabrese folk nato a Rende il 26 dicembre del 1953 è arrivato come “una parola che si attacca ai muri delle case, come fosse cemento, una lettera scavata, scolpita, una buca, un cielo, il riassunto!”. Peppe Voltarelli è così che racconta come nascono libro e cd “Voltarelli canta Profazio” (Squilibri Editore) che martedì 17 maggio alle 17.30 presenterà  a Perugia alla Libreria Grande di Ponte San Giovanni.
Conoscere Peppe Voltarelli è come scoprire un Sud che si ama e si odia, che si deve capire e consolare, ma anche rifiutare per poi ritornare con quella speranza che ha il sapore di una coccola materna. Parlare con lui significa diventare una spugna che pian piano si gonfia di aneddoti e ritmi, di bevute al bar, di ammirazione di generazioni di grandi che hanno solo da insegnare. Ascoltare la sua musica è infine il risultato della completezza di un artista che ha viaggiato per il mondo, che è diventato cantautore e si è formato con lo studio, ha osservato come si muove una mano su una chitarra per diventare melodia da aggrappare a parole che raccontano fatti, vita, emozioni.
Voltarelli ha dato le sue corde vocali alle parole di chi la storia l’ha fatta, analizzata e riscritta. Il fil rouge è il paese di origine, osannato e biasimato, il sud calabrese ritorna, diventa patrimonio collettivo e si trasforma in una barca che va per mare e “quello mette d’accordo tutti”.



Floriana Lenti