Con i capelli imbiancati e
gli occhiali scuri, ma “non per fare il figo”, ha esordito così: “Guido
piano… e ho qualcosa dentro al cuore, che mistero, non so neanche dove andare e
m’allontano…” e la sua voce ci ha portato lungo i suoi percorsi di memoria,
attraversando i momenti più romantici e spesso malinconici, arrivando a
contemplare la “Domenica bestiale” che tutti amiamo. E tra una canzone e
l’altra, arrangiate in chiave jazz, Fabio Concato, accompagnato da
musicisti d’eccellenza quali Paolo Di Sabatino, Marco Siniscalco e Glauco Di Sabatino, ci ha condotti “dove
c’è sempre il sole, sopra uno scoglio che ci si può tuffare”. Ha notato,
nella sala live del Bad King dove ha suonato mercoledì 17 febbraio, il
quadro di Pino Daniele, ed ha chiesto: “Ma lui è Pino?”, ed è
sembrato che ci fosse anche Pino Daniele stesso a contemplarlo dall’alto. Il
momento più emozionante è arrivato, poi, quando Fabio Concato ha cantato
“Gigi”, una vera poesia dedicata al padre: “Ammetto che più passa il
tempo e più mi emoziono cantando questo brano, lui mi ha dato tutto…” e
anche il pubblico, in un rispettoso ascolto, ha percepito il battito del suo
cuore mentre dalle sue labbra l’elogio: “Suoni così bene che mi vien da ridere, era il tempo in
cui cominciavo ad amar la musica e amavo te”.
E il coro spontaneo della
sala gremita del Bad King ha colorato di sorrisi le note di “Rosalina”.
Divertente e autoironico Fabio Concato ha raccontato di un concerto in cui è
uscito per la pausa, forse durata qualche minuto in più e gli spettatori sono
andati via a mangiare una pizza, l’ha definito un momento di “dolore
frustrante e lacerante”, dunque non s’è allontanato dal palco per
continuare a raccontare il suo percorso che è approdato sulle parole di “Non smetto di aspettarti”,
nuovo singolo estratto dall'album “Tutto qua”, una spietata dichiarazione
d’amore, di un amore irraggiungibile e paziente: “Mi manchi, non te lo dico
mai e i viaggi sono tanti, ma so che tornerai”.
E chi c’era ha portato con
sé tutta la bellezza di un concerto indimenticabile fortemente voluto dal
direttore artistico Antonio Ballarano e dai proprietari Cataldo Uva
e Letizia Bianchi. E alla fine, come a rimarcare la magia che s’è creata,
Fabio Concato ha detto: "Questo locale è come il Blue Note di Milano"
e chi c'è stato in quel jazz club può capire lo spessore del paragone. E la
consolazione più forte per coloro i quali purtroppo, per limite di spazio, non
ce l’hanno fatta a godere del live è che arriveranno altri artisti di fama
nazionale e internazionale durante questa stagione. Solo per fare qualche nome:
Dennis Chambers, Eugenio Bennato, Larry Mitchell, Tricarico, Simone
Cristicchi, Cesareo, Peppe Voltarelli, Lele Menotti… Personalmente sono già
lì, con gli occhi rivolti al palco e le orecchie aperte e la sete di musica
d’autore in grado di emozionare.
Floriana Lenti
(sottotitolo: Il modo
migliore per festeggiare il compleanno di una quarantenne "cinina", ma immensa).