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Quando frequentavo le elementari avevo una compagna di banco adorabile. Sapeva disegnare benissimo ed aveva una grafia decisamente meglio della mia. Si dimenticava a casa spesso i pennarelli, ma ricordo che condividevamo i miei con piacere; io li rovinavo, lei sapeva trattarli con cura. Masticavo le matite, lei non ha mai messo oggetti di cancelleria in bocca. I suoi capelli nerissimi e riccissimi stimolavano la mia immaginazione: spesso provavo a stenderli, quasi le facevo male per tirarglieli, ma ritornavano imperterriti al loro posto, ordinatamente disordinati.
Nei pomeriggi di inverno alcune volte veniva a fare i compiti a casa ed io l’annusavo e la osservavo intensamente inebriata dalle pupille che non si distinguevano dall’iride. Anni prima ebbi in regalo una bambola che le assomigliava molto, nei miei giochi era campionessa di corsa e sapeva pattinare su qualsiasi superficie. I miei genitori quando lei veniva a casa ci preparavano la cioccolata calda e mi incantavo nel vedere le sue labbra che si confondevano con il marrone nella tazza, la sua pelle era ancora più scura di quando trascorrevo tutta l’estate sotto il sol cocente pugliese in ammollo nell’acqua salata. Mi dissero che la sua casa era oltre quel mare, ma io non vedevo che l’orizzonte e non capivo come avesse fatto a nuotare per tante ore… Un giorno mi inoltrai a largo oltre le boe, ma quella linea che mescolava terra e cielo, di un color ciano avvolte intenso ed altre meno, rimaneva sempre lì. E avevo l’affanno. Immagino che la stessa sensazione la si possa provare almeno triplicata quando si sta su un barcone super affollato…
Adesso, dopo gli anni trascorsi su banchi di scuola fino all’Università posso affermare: “avrei voluto più amiche come lei, almeno il 50% in più”. Alle elementari acquisivo tutto con naturalezza, certo ammetto che mi è stato fatto notare che il 90% del tempo avevo la testa tra le nuvole, eppure inconsciamente apprendevo e soprattutto lo facevo godendo della presenza di coetanei. Non avrei mai detto che prima o poi ci sarebbe stato bisogno addirittura di imporre un tetto massimo di stranieri nelle classi. Il 30% potrebbe essere ragionevole (se si escludono i nati in Italia) eppure bisogna rapportare il dato al totale degli immigrati in Italia. Il dilemma che mi assale a questo punto è: razzismo o integrazione?
Carissima Sara, amica di giorni spensierati, spero tu sia felice ovunque ti trovi nel mondo. Sappi che se il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini si fosse pronunciata sulla questione anni fa, mi sarei battuta per averti comunque sempre accanto. Mi hai insegnato più tu di mille maestre messe insieme... spero che la ministra trovi lungo la sua strada compagne come te!
Cara Floriana,
RispondiEliminaho letto con grande piacere il tuo racconto. L a presenza di immigrati nelle classi è solo una ricchezza, come dimostri con i tuoi dolci ricordi.
Un abbraccio,
Marianna
Piccola, vedo ora il tuo blog!
RispondiEliminaMo mi metto a leggerlo tutto... intanto il promo pezzo... lo condivido in pieno!
Baci
Romina
capperi dappertutto! secondo l'oroscopo cinese dovremmo essere nell'Anno della Tigre, io penso che siamo nell'Anno del Somaro Ignorante!
RispondiEliminaSe i ministri andassero a scuola (una scuola seria, non quelle dove paghi 3 per passare 2 esami..) non farebbero tante bischerate! Gabriele