martedì 28 settembre 2010

caldo come le lacrime, freddo come il vetro.


Dove sono, dimmi dove sono le tue mani. Dammi un cenno. Le ricordo sulla mia pelle, desiderose di avere qualcosa che è lontano anche da me.

Come posso fare ad annullare in te le mie paure? Fammi capire dove si riposano i tuoi pensieri. Parlami con quel silenzio assordante. Assaporo il vellutato senso di appartenenza che si vive e si consuma nell’arco di un sogno. Tutto in pochi istanti, è la porta d’ingresso alla vita o alla fine? Immagino gocce di sudore che riscaldano; e cadendo impertinenti e costanti sulle ferite del cuore le fanno bruciare.

Arriverà un momento in cui saremo solo noi. Durerà forse ore e non sarà nulla in confronto al minuto dopo l’addio.

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