lunedì 22 gennaio 2018

Impariamo l'Italiano al Cinema 2018


Inizia oggi 22 gennaio 2018 la nuova rassegna cinematografica “Impariamo l’italiano al cinema” organizzata dalla Cooperativa Sociale Perusia Onlus e da Arcisolidarietà.
L’iniziativa è rivolta ai beneficiari dei progetti SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati politici) ed Emergenza Sbarchi 2014 con l’obiettivo di creare uno spazio di dialogo e riflessione su temi socioculturali di grande importanza. Durante la mattinata, al cinema Melies è stato proiettato il lungometraggio “Wiwanana” già vincitore del Perugia Social Film Festival. Durante il PERSO è stata proprio una giuria di richiedenti asilo a votare il film e ad apprezzare il forte messaggio che trasmette: l’importanza del teatro per comunicare l’efficacia dei servizi sanitari gratuiti in Mozambico. Presenti durante la proiezione il regista Iacopo Patierno e Jacopo Fo che è fra i protagonisti principali del progetto e del film. L’evento ha rappresentato un’occasione per riflettere insieme sulla condizione migratoria odierna e per programmare nuove iniziative volte all’integrazione e alla cittadinanza attiva. 

sabato 13 gennaio 2018

Auguri Giovanni



Arrivare alla soglia della maturità è un traguardo importante, ma a volte scontato per la maggior parte degli adolescenti. Avere diciott’anni per un ragazzo a cui avevano detto “non ce la farai” è un piccolo miracolo, ma è ancor più straordinario quello che si sta verificando intorno alla storia di Giovanni. Il suo compleanno è stata la festa di tutti ed il suo esempio di determinazione e resilienza è il più grande insegnamento che si possa ricevere. I genitori del ragazzo di Castel del Piano a Perugia sono persone meravigliose che non si perdono d’animo e che con fede ed immenso amore accompagnano Giovanni nel suo percorso di crescita. E’ proprio per lui e per ragazzi che hanno le stesse difficoltà che hanno coinvolto l’intera comunità a realizzare un progetto con la Parrocchia di San Pio e la Cooperativa Sociale Perusia Onlus. In via di apertura è infatti la “Casa  della Misericordia. La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo” che ospiterà persone con disabilità e sosterrà le famiglie durante le ore diurne. La struttura si trova a pochi metri di distanza dalla Casa di quartiere “Casa Padre Pio” che già vede la presenza di nonni pronti ad aprire le porte a nipoti speciali. Bernardetta Gasperi, presidente della Cooperativa Sociale Perusia e il parroco Don Francesco Buono sottolineano “Insieme possiamo valorizzare le persone e soprattutto possiamo imparare il vero senso dell’esistenza umana: amare incondizionatamente”. 

venerdì 12 gennaio 2018

"La magnitudine dell'indigenza" di Girolamo Grammatico

Se le stelle si fanno scorgere attraverso la loro magnitudine, Girolamo Grammatico è a testa in su e sollevando l’indice verso di loro ce le illustra, le colloca nello spazio e nel tempo e come solo un astrologo saprebbe fare, ci avvicina a loro e ce ne restituisce il senso. E qual è il senso più profondo se non lo spettacolo di saper dare un nome a chi non ce l’ha, di saper restituire una posizione di privilegio a chi viene considerato ultimo? Il risultato è esilarante; è lo show che si può compiere in una notte d’estate. E se le stelle fossero portate qui sulla terra, tra di noi, per le vie di una città, Girolamo Grammatico potrebbe definirsi “l’operatore poeta” che ci racconta come tra i marciapiedi si può brillare. La luce, dalla più intensa a quella più tenue, non si arrende, buca il buio fino a quando c’è quel briciolo di umanità che consente di fermarsi, osservare, ri-conoscere. Facile sarebbe voltare lo sguardo e proseguire dritti. E invece no, Girolamo Grammatico attraverso le sue poesie ci inchioda di fronte al firmamento terrestre e ci fa capire con forza qual è la linea sottile che c’è tra il valore della povertà e la desolazione della miseria.
Sono passati diversi anni da quando conobbi Girolamo Grammatico. Sarà stato il 2005, forse il 2006; c’era ancora il Myspace e non era ancora arrivato per noi il tempo di Facebook, le giornate si riempivano dei colori di lavori sociali che mettevano le radici nei concetti di pace e diritti umani. C’era, già allora, un mondo di poesia in via di esplosione e arrivò per Girolamo il tempo di pubblicare “Poesie senza Asdl” con Perrone editore. C’erano serate con amici che provenivano da ogni parte d’Italia e c’erano iniziative che tuttora proseguono come “Citofonare Interno 7”. C’erano dipinti come quelli di Cristiano Peluso, le recensioni di Rossano Astremo e melodie di vari artisti che ora padroneggiano il panorama musicale nazionale. E c’erano i suoi occhi azzurri e profondi che già sprigionavano il desiderio di restituire sogni e dignità a chi li aveva perduti. Oggi, tra le pagine de “La magnitudine dell’indigenza” (l’Erudita edizioni) trovo la realizzazione di un percorso compiuto seppur in evoluzione. Amo definire Girolamo Grammatico “scrittore di strada” perché immagino i suoi passi lenti e rispettosi tra i cartoni stesi sull’asfalto, il suo cuore attento a percepire e restituire emozioni, la sua mente impegnata a farsi domande più che a celebrare risposte. “Girolamo, che cosa sono i sogni?” mi verrebbe da chiedergli. Poi continuo a leggere le sue parole precise, selezionate, pungenti e capisco che forse i sogni sono cose semplici: granelli di sabbia, un bicchiere di vino, un sorriso. Ma i sogni sono anche cose parecchio complesse, che a volte diamo per scontate, a volte addirittura le abbiamo a portata di mano e non sappiamo afferrarle: la certezza di un caffè caldo domani mattina appena svegli, la realizzazione di una famiglia, la possibilità di riabbracciare un amico. Domenica 28 gennaio alle 17 e 30 alla Biblioteca di San Matteo degli Armeni di Perugia avrò modo di parlare con l’autore del suo libro “La Magnitudine dell’Indigenza” e di molto altro e sono sicura che gli dirò: “Scusa, Girolamo, prima di andare via, prima di riprendere il treno e ritornare a Roma, ancora un attimo: spiegami, per favore, per cosa vale davvero la pena lottare?”. Immagino il suo volto, il suo sguardo e sento la sua voce dall’accento vagamente siciliano, che mi dice: “…voglio lottare, per una parola nascosta dietro il cemento dell’ignoranza seduto sull’uscio dei miei sogni anche oggi”.


Floriana Lenti

Pubblicato su ViewPoint Italy