“A porte aperte” il Centro Immigrati di Via del Favarone di Perugia ha celebrato, il 20 giugno, la Giornata Internazionale dei Rifugiati istituita dall’UNHCR. I beneficiari dei progetti SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati Politici) e “Emergenza Sbarchi 2014” gestiti dalla Cooperativa Sociale Perusia Onlus hanno raccontato la propria esperienza, hanno espresso ringraziamenti per l’ospitalità ricevuta ed hanno dichiarato le proprie aspettative in Italia. Tutti insieme, ospiti e partecipanti, hanno ricordato con un minuto di silenzio i profughi che hanno perso la vita in mare. I lavori della mattinata hanno visto la presenza dell’Assessore al Welfare, famiglia e pari opportunità del Comune di Perugia Edi Cicci che ci ha tenuto a sottolineare quanto sia “importante cooperare e unire le forze per costruire una società migliore. Essere cittadini – ha proseguito – significa rispettare le regole del Paese ospitante e per noi, invece, è sicuramente aprire i nostri orizzonti verso storie di richiesta di asilo. L’Italia, a volte, accoglie con difficoltà,ma mette in campo risorse per poter dare opportunità. Il primo passo per l’integrazione è imparare la lingua italiana, saper comunicare, subito dopo, c’è la necessità di formarsi, imparare un mestiere e partecipare ad attività di volontariato del Comune di Perugia. Essere attivi è importante per acquisire nuove competenze. Ciò che è veramente determinante è che ogni sforzo – sia da parte nostra, che da parte dei beneficiari- sia volto a raggiungere buoni risultati”. Anche Bernardetta Gasperi, Presidente della Cooperata Sociale Perusia ha spiegato il valore che ha questa giornata e come sia importante celebrare quotidianamente i profughi e i richiedenti asilo uscendo fuori dal concetto di emergenza e cercando di comprendere come poter proseguire, con idee innovative, il percorso di inserimento dei ragazzi nella nostra società. Sono intervenuti anche insegnanti L2 dei CPIA del territorio e gli ospiti della Casa di Quartiere “Casa Padre Pio” di Castel del Piano che con i racconti della loro infanzia hanno testimoniato come anche noi italiani, un tempo, siamo stati costretti ad andar via dal nostro Paese per questioni economiche. Nel pomeriggio, invece, studenti in prossimità degli esami di maturità, sono accorsi al centro immigrati per dialogare con i profughi e i richiedenti asilo e per confrontarsi insieme sulle aspirazioni di vita e sul futuro da costruire. Nei giorni scorsi i ragazzi hanno realizzato semplici barchette di carta per fare memoria dei momenti difficili affrontati e hanno voluto che queste scendessero dal cielo, sospese, come metafora di una vita che vuole raggiungere prospettive sempre più alte.
Floriana Lenti
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