Quando si chiudono le saracinesche, si
serrano gli scuri, si abbassano le persiane e le luci si spengono lasciando il
posto a tenue luminescenze al neon provenienti da sonnecchianti tv, iniziano a svegliarsi le stelle. Le strade
cambiano forma e colore, i ragazzi tirano fuori dagli armadi i jeans più di
tendenza, le ragazze si trasformano con minigonne, tacchi e fard. Le mamme e i
papà abbandonano le tensioni quotidiane sul divano. Le auto scorrono più
veloci, i cuori più giovani battono ad un ritmo più sostenuto. Arriva sovrana
la notte, quella notte a cui si riferiva Lorenzo Cherubini nel 1995, quella
notte in cui tutto “è più bello, si vive meglio, per chi fino alle cinque non
conosce sbadiglio...”, e poi si può conoscere la gente che “sopravvive sempre, nascosta
nei locali confusa tra le ombre”. Sarebbe interessante se la notte durasse il
doppio, almeno il tempo per potersi mettere in macchina, con un amico e con lo
stereo che manda la giusta canzone in sottofondo, magari “Because the night” di
Patti Smith, da ascoltare fino alla fine, fino alla rivelazione: “Because
tonight there are two lovers, if we believe in the night we trust, because tonight
there are two lovers”. E poi, di tanto in tanto fare una sosta, entrare nei
locali e nelle discoteche, sentire il calore di tanti respiri vicini, di corpi
che si agitano al suono delle più variegate ritmicità, di visi pronti ad essere
immortalati in splendidi sorrisi che desiderano urlare: “Ci siamo, siamo
proprio noi, e ci piace divertirci, non vi pare?”. La notte però ha le sue ore
e per conoscerla un po’ meglio ce la siamo fatta raccontare da chi la vive da
anni come fosse la più rara occasione per vivere, con un disco da far
“switchare” in una mano ed un microfono nell’altra per carpire le menti più
distratte: Simone Ferroni, in arte Mone. Organizza lo Schoolday, gestisce la
City, cura anche varie feste al Velvet “Al momento sto collaborando alla
realizzazione di una serata magica, che si ripete una volta all’anno: Remember
Dorian Grey. Sarà l’occasione per commemorare lo storico locale in voga a
Perugia negli anni ’90 e stiamo contattando i vecchi proprietari e gestori,
stiamo coinvolgendo gli assidui frequentatori dell’epoca, stiamo invitando dj e
fonici che hanno lasciato il segno nella memoria di tantissimi giovani che
hanno frequentato le discoteche durante quel decennio. Personalmente do una
mano per la comunicazione, faccio girare gli inviti su facebook. Vivo questo
evento - come la serata Bomber che invece si svolge una volta al mese sempre
con musica anni ’90 – con il desiderio di tenere accesa la mia antica passione.
Colleziono flyer e locandine da oltre vent’anni ed amo osservare i cambiamenti
che si stanno verificando nel mondo dei teenager”. Voltando lo sguardo al
passato ci si chiede: come si faceva prima a darsi gli appuntamenti? Come si
stava senza il cellulare? Beh, indubbiamente è cambiato il modo di concepire le
relazioni umane, i social network hanno invertito usi, gusti e tendenze. Prima
era più importante riempire i diari di numeri fissi e di frasi memorabili, ora
la priorità è ricevere più like possibili sotto ad un selfie postato in
bacheca. Ma in tutto ciò c’è un minimo comune denominatore: la voglia di
sentirsi parte della storia, di avere amici, di innamorarsi e di continuare
sognare.
Floriana
Lenti
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