martedì 24 marzo 2015

Domani sera al Bad King Sara Jane Ceccarelli e tutto il suo jazz




Per suonare jazz ci vogliono creatività, conoscenza tecnica degli strumenti e voglia di improvvisare intrecciando in un unico risultato tutte le sonorità. Per cantare jazz si richiede anche potenza diaframmatica e capacità di variazione vocale dei toni. In Sara Jane Ceccarelli, cantante italo-canadese, vissuta dal 2000 al 2006 a Perugia, ma ormai romana d’adozione, c’è tutto. In lei c’è il dono di una voce limpida e a tratti graffiante che sa far volare il pensiero di chi ascolta. Presenza d’eccellenza dell’Orchestra Nazionale Jazz e della Med Free Orkestra, ultimamente ha fatto parte anche dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Mercoledì 25 sarà a Perugia, al Bad King, dalle 21.30, dove presenterà il suo ultimo lavoro. Il direttore artistico Antonio Ballarano ha dichiarato: “Servono voci come quella di Sara Jane Ceccarelli, perché sono esempio di come si può raggiungere un livello altissimo di professionalità. La conosco da tempo, ormai, e ho osservato la sua escalation, il suo bellissimo percorso fatto sicuramente di studio e di ricerca, ma anche di passione. Sarà un vero spettacolo”.
Sara Jane Cerrarelli, cosa proporrai al Bad King?
Mercoledì mi esibirò con mio fratello Paolo, chitarrista e compositore. Abbiamo riarrangiato classici dei generi più diversi, dalle più classiche ballad jazz e blues a perle di autori come Leonard Cohen e Lou Reed, includendo brani inediti.
Com’è suonare con tuo fratello?
Mi ha sempre incentivata. Sicuramente è stato una guida, ma solo adesso posso dire di aver costruito con lui un vero lavoro. Ora siamo dei veri e propri colleghi.
Da pochi giorni hai presentato il tuo nuovo singolo “Nothing really ends before we die”…
Sì, dopo una vita di esibizioni in duo, ho deciso di creare qualcosa di nuovo, ho messo su un quintetto ed è stato come ricominciare da zero. E’ stato straordinario collaborare con Luigi Di Chiappari - keyboards and electronics, Paolo Ceccarelli - guitars and effects, Riccardo di Fiandra - electric bass e Simone Prattico - drums and percussions. Il nuovo album, che uscirà a maggio, sarà prodotto da una grande casa discografica e in un solo giorno, su youtube, le visualizzazioni del singolo sono state tantissime.
Cosa provi quando sei di fronte a pubblici così vasti?
Un’emozione difficile da descrivere. Quello che accade sul palco non succede nella realtà. Batte il cuore eppure è una sensazione molto naturale per me. Mantengo sempre la calma, mi sento a mio agio.
Che rapporto hai con la tua voce?
Finalmente buono. E’ nato tutto per gioco, in famiglia. Mio padre è pianista e mi ha lasciata sempre molto libera di scegliere la strada ideale per me, mio fratello è chitarrista e come me insegna alla Percento Musica a Roma. Io ho sempre cantato, ma solo due anni fa, in treno, è arrivata la consapevolezza totale… quando un passeggero mi ha chiesto quale fosse il mio lavoro ho risposto: ‘Sono cantante’.


Floriana Lenti

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martedì 17 marzo 2015

Nada, la voce. Fausto, la chitarra. Domani sera in concerto

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Una voce profonda, sensuale, penetrante. Una chitarra attenta, premurosa, avvolgente. Due carriere artistiche che s’intrecciano per dare vita ad uno spettacolo di rara bellezza, capace di catturare tutte le attenzioni e di suscitare forti emozioni che dai toni nostalgici riprendono le fila della più genuina contemporaneità. Nada Malanima e Fausto Mesolella saranno i protagonisti del concerto che si terrà il 18 marzo alle 21.30 al Bad King di Perugia. La serata, a ingresso gratuito, organizzata dal direttore artistico Antonio Ballarano e fortemente desiderata dai gestori del locale Cataldo Uva e Letizia Bianchi sarà ricca di sorprese: “Ci piace poter ospitare musicisti di fama nazionale e internazionale, crediamo che la nostra città debba godere di eventi culturali d’eccellenza e proponiamo, infatti, concerti dalle caratteristiche più variegate per consentire a tutti di poter trovare la propria dimensione e il desiderio di vivere serate uniche”.
Abbiamo incontrato Fausto Mesolella e Nada, che tra vari impegni, progetti e sogni da realizzare ci hanno raccontato cosa ci regaleranno mercoledì 18 marzo:
FAUSTO M. - Prima del concerto, alle 18.30 ci sarà un incontro con giovani e musicisti. Non ho da insegnare niente, ho solo da raccontare la mia esperienza. Non sono un didatta, sono un autodidatta e l’incontro sarà un modo per scambiarci delle idee. Spiego il rallentamento delle emozioni più che la velocità delle dita. Di solito gli incontri che faccio sono positivi: si apprendono dei mondi nuovi e si scopre come si fa a creare al di là della tecnica. Se non si prende insegnamento dai giovani è meglio chiudere con la carriera da musicista. Io rubo tutto, prendo il meglio. I giovani hanno una visione più fresca, io do memoria storica e loro mi consegnano le direzioni del futuro. E subito dopo salirò sul palco con Nada, ho arrangiato i suoi classici, li ho convogliati tutti nello strumento. L’accompagnerò. Io vivo per accompagnare la vita degli altri, è il mio carattere, la mia vera indole. Sono uno che fa compagnia, il mio ruolo è complementare a quello del protagonista. I musicisti una volta lavoravano facendo le serenate: gli innamorati, che erano i protagonisti, li chiamavano rendendo i musicisti fondamentali. Credo che questa sia l’espressione più romantica dell’arte musicale.
NADA - Faremo il nostro concerto proponendo le mie canzoni in modo semplice. Quando le canzoni sono nude e crude, solo voce e chitarra acustica, acquisiscono un’aria intensa, diventano più significative, le parole si riappropriano di un peso maggiore. Poi faremo anche altre cover, ma voglio lasciare la sorpresa…
Avete dei curriculum eccelsi, è impossibile sintetizzare tutto. Come descrivereste la vostra carriera? Quali cambiamenti ci sono stati?
FAUSTO M. - Il mio percorso è quello di domani. Mi sveglio ogni giorno con la consapevolezza che devo ricominciare da zero. Non esiste arrivare in questo mestiere. Il tema conduttore è la passione. E’ come l’amore, ci si sveglia con il desiderio dell’amato. Mi piace vedermi come la “colonna sonora” degli altri. Qual è la cosa più bella di un regalo? Farlo o riceverlo? Chi lo riceve ha la meraviglia, chi lo regala ha il mondo intero.
NADA – Non amo l’autocelebrazione. Mi interessa essere, esistere e fare. Sicuramente il vero cambiamento nella mia carriera c’è stato quando ho iniziato a scrivere, quando ho unito le parole alla composizione musicale. E’ lì che è variato il mio modo di vedere e di fare musica. Riuscire a raccontare tutta la vita dal mio punto di vista, con uno sguardo nuovo è la vera svolta. Mi piace dire la verità, parlare di cose scomode, mettere in evidenza le fragilità… soprattutto delle donne. Preferisco narrare le cose più celate, mi viene naturale. La felicità si vive, si gode, poi passa. Io nutro il bisogno di dare luce alle oscurità.
Che rapporto avete con l’Umbria?
FAUSTO M. - Ho vissuto sette anni ad Assisi. Ero al Convitto Nazionale. E’ lì che ho cominciato a suonare. Le mie prime note sono umbre. Avevo dodici anni e dalle 4.30 alle 5.30 del pomeriggio, mentre gli altri ragazzi giocavano, prendevo la chitarra e creavo la mia libertà. Adesso che festeggio i cinquant’anni di chitarra ricordo bene quei momenti, non posso vivere senza il mio strumento, ma nemmeno lui può più vivere senza di me. Ho creato uno stile, non sono un tecnico, però suono. La libertà si decide nel momento in cui si comincia a vivere. Non conosco le scale, nemmeno le note, forse adesso inizierò a studiare per capire cosa ho combinato fino ad ora.
NADA – In Umbria ci sono stata spesso, nei teatri, nelle Chiese sconsacrate, nei luoghi mistici. Ha una spiritualità che amo e che mi affascina.
Come stanno andando le serate in giro per l’Italia?
FAUSTO M. - Non tutte sono uguali. C’è gente che a volte è distratta, a volte invece si fa prendere dal tuo viaggio e tutto diventa straordinario.
NADA - Sono venti anni che io e Fausto andiamo in giro. Con lui si sta bene, ho una grande sintonia, abbiamo un rapporto straordinario. Anche con gli altri musicisti lo creo, perché fondamentalmente la musica si condivide. Mi diverto con Mesolella, siamo liberi, ci rincorriamo a seconda della serata e del pubblico, ciò è stimolante. Lui ha una chitarra che riempie, è pieno di energia, questi elementi danno forza al concerto e la formula funziona, le persone partecipano.
Otre al lavoro che proporrete il 18 marzo al Bad King, quali progetti state portando avanti?
FAUSTO M. - Ho vinto da poco il Premio Tenco per il lavoro svolto con Raiz degli Almamegretta con il quale sono stato in tour con “Dago Red”. L’altra grande novità uscirà tra un mese. Un cd dal titolo “CantoStefano” in cui musico dieci poesie di Stefano Benni, con lui ho portato nei teatri uno spettacolo per due anni e continueremo anche in futuro, lì farò poco il musicista e molto il dicitore.
NADA - Ho finito di portare il mio monologo “Scompagine” nei teatri, attendo la prossima stagione per riproporlo. Sto promuovendo anche il mio ultimo album con un’altra formazione di musicisti e a settembre darò delle anticipazioni sul prossimo lavoro.
Cosa c’è prima e dopo un concerto?
FAUSTO M. - C’è quello che vivo ora, mentre passeggio per le strade e osservo i manifesti attaccati in modo distratto, vedo macchine passare, parliamo. E tra poche ore sarò di nuovo su un palco di un’altra città portandomi dentro questa fotografia e poi mercoledì a Perugia porterò il concerto di questa sera… Prima e dopo c’è un cammino.
NADA - Prima c’è l’attesa, il misurare il tempo, il non vedere l’ora di cominciare. E quando il concerto termina c’è lo svuotamento totale, abbiamo dato tutto di noi e questa è una sensazione bellissima.

Floriana Lenti

giovedì 12 marzo 2015

Il vintage con Antonio Ballarano

Antonio Ballarano è front-man dell'omonima band che domani sera, venerdì 13 marzo, si esibirà live al Bad King alle 21.30. Proporrà uno spettacolo tributo alla musica leggera italiana che attraversa tutto il ‘900, un viaggio di spessore socio-culturale che parte dai vecchi swing e raggiunge il cantautorato popolare, con suggestive atmosfere vintage e con un particolare approfondimento su canzoni messe a volte in sordina dal pop di moda. La band mostra subito un impatto diretto e coinvolgente con il pubblico sia nei brani d'ascolto che in quelli più ballabili. Si distingue per la capacità d’improvvisazione che spesso sfocia con ospiti in jam session.

La notte scorre nel segno di Dorian Gray. Sulle tracce dello storico locale anni '90



Quando si chiudono le saracinesche, si serrano gli scuri, si abbassano le persiane e le luci si spengono lasciando il posto a tenue luminescenze al neon provenienti da sonnecchianti tv,  iniziano a svegliarsi le stelle. Le strade cambiano forma e colore, i ragazzi tirano fuori dagli armadi i jeans più di tendenza, le ragazze si trasformano con minigonne, tacchi e fard. Le mamme e i papà abbandonano le tensioni quotidiane sul divano. Le auto scorrono più veloci, i cuori più giovani battono ad un ritmo più sostenuto. Arriva sovrana la notte, quella notte a cui si riferiva Lorenzo Cherubini nel 1995, quella notte in cui tutto “è più bello, si vive meglio, per chi fino alle cinque non conosce sbadiglio...”, e poi si può conoscere la gente che “sopravvive sempre, nascosta nei locali confusa tra le ombre”. Sarebbe interessante se la notte durasse il doppio, almeno il tempo per potersi mettere in macchina, con un amico e con lo stereo che manda la giusta canzone in sottofondo, magari “Because the night” di Patti Smith, da ascoltare fino alla fine, fino alla rivelazione: “Because tonight there are two lovers, if we believe in the night we trust, because tonight there are two lovers”. E poi, di tanto in tanto fare una sosta, entrare nei locali e nelle discoteche, sentire il calore di tanti respiri vicini, di corpi che si agitano al suono delle più variegate ritmicità, di visi pronti ad essere immortalati in splendidi sorrisi che desiderano urlare: “Ci siamo, siamo proprio noi, e ci piace divertirci, non vi pare?”. La notte però ha le sue ore e per conoscerla un po’ meglio ce la siamo fatta raccontare da chi la vive da anni come fosse la più rara occasione per vivere, con un disco da far “switchare” in una mano ed un microfono nell’altra per carpire le menti più distratte: Simone Ferroni, in arte Mone. Organizza lo Schoolday, gestisce la City, cura anche varie feste al Velvet “Al momento sto collaborando alla realizzazione di una serata magica, che si ripete una volta all’anno: Remember Dorian Grey. Sarà l’occasione per commemorare lo storico locale in voga a Perugia negli anni ’90 e stiamo contattando i vecchi proprietari e gestori, stiamo coinvolgendo gli assidui frequentatori dell’epoca, stiamo invitando dj e fonici che hanno lasciato il segno nella memoria di tantissimi giovani che hanno frequentato le discoteche durante quel decennio. Personalmente do una mano per la comunicazione, faccio girare gli inviti su facebook. Vivo questo evento - come la serata Bomber che invece si svolge una volta al mese sempre con musica anni ’90 – con il desiderio di tenere accesa la mia antica passione. Colleziono flyer e locandine da oltre vent’anni ed amo osservare i cambiamenti che si stanno verificando nel mondo dei teenager”. Voltando lo sguardo al passato ci si chiede: come si faceva prima a darsi gli appuntamenti? Come si stava senza il cellulare? Beh, indubbiamente è cambiato il modo di concepire le relazioni umane, i social network hanno invertito usi, gusti e tendenze. Prima era più importante riempire i diari di numeri fissi e di frasi memorabili, ora la priorità è ricevere più like possibili sotto ad un selfie postato in bacheca. Ma in tutto ciò c’è un minimo comune denominatore: la voglia di sentirsi parte della storia, di avere amici, di innamorarsi e di continuare sognare.


Floriana Lenti


martedì 10 marzo 2015

Le note di Rossano Emili risuonano al Bad King

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 “In limine” è il titolo del nuovo progetto musicale del sassofonista umbro Rossano Emili che si potrà ascoltare in anteprima mercoledì 11 marzo alle 21:30 al Bad King di Perugia. “In limine” è anche una poesia di Eugenio Montale intrisa di rassegnazione ed impeti di speranza. In latino il termine “limine” identifica il limite, l’ultimo momento, ma anche la soglia che può essere varcata. “Il senso è quello di rappresentare un passaggio, in contrapposizione al limes, cioè alla barriera invalicabile. Il disco guarda al Mediterraneo in senso ideale, un tempo luogo di scambio, adesso sempre più luogo di morte, difficile da transitare. A livello musicale – ci spiega Rossano Emili- questo progetto è nato in seno al collettivo perugino Società Vesna, un ensemble modulare il cui campo d’azione privilegiato è legato all’idea di un’area d’intersezione tra elementi del linguaggio jazzistico, musica “colta” europea ed improvvisazione”.
Quanto tempo c’è voluto per realizzare questo disco?
Materialmente poco. E’ però il punto di arrivo di un percorso fatto con altri colleghi, è stato il modo per concretizzare quello che abbiamo realizzato negli anni.
Come nasce la Società Vesna?
Nasce come emanazione della Perugia Jazz Orchestra, la quale al momento sta vivendo una fase di stasi. La Società Vesna si occupa di vari ambiti musicali, non solo jazz. Abbiamo portato a compimento un disco per quattro sassofoni riprendendo le opere dell’incomparabile Aldo Clementi, compositore purtroppo scomparso. Abbiamo anche musicato con Bruno Tommaso un film di Buster Keaton. Adesso stiamo lavorando al progetto “Metropolis” sempre con Bruno Tommaso, grande didatta, vero e proprio punto di riferimento per i musicisti della mia generazione.
Che genere musicale ti piace di più?
Mi piace ogni genere, basta che abbia uno spessore, spazio dal rock al pop al jazz. Quello che conta di più è che la musica abbia un pensiero e non sia fatta esattamente per piacere… l’importante è che sia sincera.
Che rapporto hai con il tuo strumento?
Un rapporto quotidiano. Mi piace studiare, lavorare, approfondire. Amo l’atto della composizione, è una molla determinante. Non potrei vivere senza sax. Ogni volta che mi esibisco sono ancora emozionato, c’è una parte di tensione inevitabile ed è forse quella che crea il rapporto di empatia con il pubblico.
L’anno scorso hai suonato al Bad King con Andrea Volpini e Angelo Lazzeri. Con chi salirai sul palco mercoledì 11?
Con Manuele Morbidini sax alto, Pedro Spallati sax tenore e soprano, Massimo Morganti al trombone, Igor Spallati bass ed Ugo Alunni drums. Io alternerò sax e clarinetto.
Da quanto tempo suoni? E com’è suonare in Umbria?
Suono da più di trent’anni e insegno sassofono al conservatorio. Spesso suono fuori dall’Umbria, per me è essenziale creare e cercare nuovi stimoli. La Società Vesna si pone proprio l’obiettivo di fare progetti innovativi… In Umbria ci sono tanti musicisti validi. Non è facile però avere contatti continui con le realtà del posto. Sono pochi i locali che promuovono musica live d’eccellenza. Il direttore artistico del Bad King, Antonio Ballarano, ha saputo creare un contesto molto florido e interessante.

Floriana Lenti

Rossano Emili. Diplomato in sassofono al Conservatorio F. Morlacchi di Perugia, specialista del sax baritono, ha suonato con l’Orchestra Sinfonica della RAI e con l’Orchestra Sinfonica di Perugia. Ha fatto parte per un lungo periodo del gruppo di musica contemporanea Artisanat Furieux Ensemble. Collabora attualmente con la formazione Sentieri Selvaggi diretta da Carlo Boccadoro. Ha lavorato più volte in spettacoli teatrali ed ha effettuato registrazioni radiofoniche e televisive. Suona nella Perugia Jazz Orchestra, nell’Interamnia Jazz Orchestra, Bruno Tommaso Orchestra, Italian Instabile Orchestra. Ha suonato con Paul Motian, Louis Andriessen, Tony Scott, Gunther Schuller, Paolo Fresu, Maurizio Gianmarco ed altri. Fa parte della big band di Barga Jazz e della Proxima Centauri Orchestra di Giorgio Gaslini, del quartetto di sassofoni Arundo Donax con Pietro Tonolo, Mario Raja e Pasquale Laino. Ha inciso diversi dischi con queste formazioni per la Splasc(h), la BMG, l’EGEA. E’ stato titolare della cattedra di sassofono al Conservatorio di Bari.