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Una
voce profonda, sensuale, penetrante. Una chitarra attenta, premurosa, avvolgente.
Due carriere artistiche che s’intrecciano per dare vita ad uno spettacolo di
rara bellezza, capace di catturare tutte le attenzioni e di suscitare forti emozioni
che dai toni nostalgici riprendono le fila della più genuina contemporaneità. Nada Malanima e Fausto Mesolella
saranno i protagonisti del concerto che si terrà il 18 marzo alle 21.30 al Bad King di Perugia. La serata, a ingresso
gratuito, organizzata dal direttore artistico Antonio Ballarano e fortemente desiderata dai gestori del locale Cataldo Uva e Letizia Bianchi sarà ricca di sorprese: “Ci piace poter ospitare
musicisti di fama nazionale e internazionale, crediamo che la nostra città
debba godere di eventi culturali d’eccellenza e proponiamo, infatti, concerti
dalle caratteristiche più variegate per consentire a tutti di poter trovare la
propria dimensione e il desiderio di vivere serate uniche”.
Abbiamo
incontrato Fausto Mesolella e Nada,
che tra vari impegni, progetti e sogni da realizzare ci hanno raccontato cosa
ci regaleranno mercoledì 18 marzo:
FAUSTO M. - Prima del concerto, alle
18.30 ci sarà un incontro con giovani e musicisti. Non ho da insegnare niente,
ho solo da raccontare la mia esperienza. Non sono un didatta, sono un
autodidatta e l’incontro sarà un modo per scambiarci delle idee. Spiego il
rallentamento delle emozioni più che la velocità delle dita. Di solito gli incontri
che faccio sono positivi: si apprendono dei mondi nuovi e si scopre come si fa
a creare al di là della tecnica. Se non si prende insegnamento dai giovani è
meglio chiudere con la carriera da musicista. Io rubo tutto, prendo il meglio.
I giovani hanno una visione più fresca, io do memoria storica e loro mi
consegnano le direzioni del futuro. E subito dopo salirò sul palco con Nada, ho
arrangiato i suoi classici, li ho convogliati tutti nello strumento. L’accompagnerò.
Io vivo per accompagnare la vita degli altri, è il mio carattere, la mia vera
indole. Sono uno che fa compagnia, il mio ruolo è complementare a quello del
protagonista. I musicisti una volta lavoravano facendo le serenate: gli
innamorati, che erano i protagonisti, li chiamavano rendendo i musicisti
fondamentali. Credo che questa sia l’espressione più romantica dell’arte
musicale.
NADA - Faremo il nostro concerto
proponendo le mie canzoni in modo semplice. Quando le canzoni sono nude e
crude, solo voce e chitarra acustica, acquisiscono un’aria intensa, diventano
più significative, le parole si riappropriano di un peso maggiore. Poi faremo
anche altre cover, ma voglio lasciare la sorpresa…
Avete dei curriculum eccelsi, è impossibile
sintetizzare tutto. Come descrivereste la vostra carriera? Quali cambiamenti ci
sono stati?
FAUSTO M. - Il mio percorso è quello di
domani. Mi sveglio ogni giorno con la consapevolezza che devo ricominciare da
zero. Non esiste arrivare in questo mestiere. Il tema conduttore è la passione.
E’ come l’amore, ci si sveglia con il desiderio dell’amato. Mi piace vedermi
come la “colonna sonora” degli altri. Qual è la cosa più bella di un regalo?
Farlo o riceverlo? Chi lo riceve ha la meraviglia, chi lo regala ha il mondo
intero.
NADA – Non amo l’autocelebrazione. Mi
interessa essere, esistere e fare. Sicuramente il vero cambiamento nella mia
carriera c’è stato quando ho iniziato a scrivere, quando ho unito le parole
alla composizione musicale. E’ lì che è variato il mio modo di vedere e di fare
musica. Riuscire a raccontare tutta la vita dal mio punto di vista, con uno
sguardo nuovo è la vera svolta. Mi piace dire la verità, parlare di cose
scomode, mettere in evidenza le fragilità… soprattutto delle donne. Preferisco
narrare le cose più celate, mi viene naturale. La felicità si vive, si gode,
poi passa. Io nutro il bisogno di dare luce alle oscurità.
Che rapporto avete con l’Umbria?
FAUSTO M. - Ho vissuto sette anni ad
Assisi. Ero al Convitto Nazionale. E’ lì che ho cominciato a suonare. Le mie
prime note sono umbre. Avevo dodici anni e dalle 4.30 alle 5.30 del pomeriggio,
mentre gli altri ragazzi giocavano, prendevo la chitarra e creavo la mia
libertà. Adesso che festeggio i cinquant’anni di chitarra ricordo bene quei
momenti, non posso vivere senza il mio strumento, ma nemmeno lui può più vivere
senza di me. Ho creato uno stile, non sono un tecnico, però suono. La libertà
si decide nel momento in cui si comincia a vivere. Non conosco le scale, nemmeno
le note, forse adesso inizierò a studiare per capire cosa ho combinato fino ad
ora.
NADA – In Umbria ci sono stata spesso,
nei teatri, nelle Chiese sconsacrate, nei luoghi mistici. Ha una spiritualità
che amo e che mi affascina.
Come stanno andando le serate in giro per
l’Italia?
FAUSTO M. - Non tutte sono uguali. C’è
gente che a volte è distratta, a volte invece si fa prendere dal tuo viaggio e
tutto diventa straordinario.
NADA - Sono venti anni che io e Fausto
andiamo in giro. Con lui si sta bene, ho una grande sintonia, abbiamo un
rapporto straordinario. Anche con gli altri musicisti lo creo, perché
fondamentalmente la musica si condivide. Mi diverto con Mesolella, siamo
liberi, ci rincorriamo a seconda della serata e del pubblico, ciò è stimolante.
Lui ha una chitarra che riempie, è pieno di energia, questi elementi danno
forza al concerto e la formula funziona, le persone partecipano.
Otre al lavoro che proporrete il 18 marzo
al Bad King, quali progetti state portando avanti?
FAUSTO M. - Ho vinto da poco il Premio
Tenco per il lavoro svolto con Raiz degli Almamegretta con il quale sono stato
in tour con “Dago Red”. L’altra grande novità uscirà tra un mese. Un cd dal
titolo “CantoStefano” in cui musico dieci poesie di Stefano Benni, con lui ho
portato nei teatri uno spettacolo per due anni e continueremo anche in futuro,
lì farò poco il musicista e molto il dicitore.
NADA - Ho finito di portare il mio
monologo “Scompagine” nei teatri, attendo la prossima stagione per riproporlo.
Sto promuovendo anche il mio ultimo album con un’altra formazione di musicisti
e a settembre darò delle anticipazioni sul prossimo lavoro.
Cosa c’è prima e dopo un concerto?
FAUSTO M. - C’è quello che vivo ora, mentre
passeggio per le strade e osservo i manifesti attaccati in modo distratto, vedo
macchine passare, parliamo. E tra poche ore sarò di nuovo su un palco di
un’altra città portandomi dentro questa fotografia e poi mercoledì a Perugia
porterò il concerto di questa sera… Prima e dopo c’è un cammino.
NADA - Prima c’è l’attesa, il misurare
il tempo, il non vedere l’ora di cominciare. E quando il concerto termina c’è
lo svuotamento totale, abbiamo dato tutto di noi e questa è una sensazione
bellissima.
Floriana Lenti