“Ho
cominciato a suonare a vent’anni, avevo una tromba vecchia, ho iniziato a
soffiarci dentro e per magia è uscito il suono quasi immediatamente”. Inizia
così il racconto di Luca Aquino trombettista, flicornista e compositore di
Benevento che mercoledì 11 dicembre sarà ospite al Bad King per un concerto
live insieme a Carmine Ioanna. “All’inizio ho preso lezioni da un barbiere ex
trombettista, poi ho partecipato ai seminari con Paolo Fresu e da lì è partita
l’avventura. Soffiare in quel tubo d’ottone è stato bellissimo… a tal punto che
da dieci anni è diventato un lavoro”.
Sono vari gli artisti
con cui hai collaborato, nello specifico è suadente il pezzo realizzato con
Lucio Dalla. Cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
Lucio
Dalla è stata una persona generosa, disponibile… un vero jazzista. Registrai
Chiaro in Norvegia con tre artisti norvegesi e lui era stato invitato per
la neo etichetta Tùk Music di Paolo Fresu. Gli proposi di cantare ‘La
Mer’, mi diede del matto, disse di non aver mai cantato in francese, ma che lo
sapeva parlare. In realtà non era vero, aveva un’interprete che gli spiegò
tutto, e alla fine Dalla fece un lavoro formidabile. Mi invitò poi nel suo
studio di registrazione ed incidemmo il pezzo. La nostra collaborazione è
proseguita anche con Mimmo Paladino. Ciò che mi ha colpito di più di quell’esperienza
è che non ci si deve prendere troppo sul serio.
Qual è l’esperienza più interessante che
hai vissuto a livello artistico?
E’
stata un concerto di tre anni fa a Roccella con Enrico Rava e Jon Hassel, per
me quest’ultimo è sempre stato un punto di riferimento ed incontrarlo sul palco
è stato davvero emozionante, unico.
L’ultimo progetto è ‘aQustico’, cosa
trasmette?
L’attuale
progetto di ‘aQustico’ (con la Q di Aquino) è diverso dai precedenti. Per
esempio ‘Icaro Solo’ è stato un po’ ostico, duro, difficile da digerire, pur
avendo avuto un ritorno coinvolgente ed entusiasmante da parte del pubblico.
Icaro voleva volare senza bruciarsi le ali… ‘aQustico’ invece trasmette più
gioia, più felicità. Insomma, vedo che la gente si diverte.
Nella tua biografia si legge che in musica come nella vita attribuisci pari
importanza al suono e al silenzio. Perché?
Sì,
questo concetto fa parte della scuola di Miles Davis: la musica è bella se poi
c’è il modo di rifletterci su. Una nota si assapora veramente quando è seguita
da una pausa. Questo accade anche quando si chiacchiera. Una persona può dire
mille cose interessanti, ma è il silenzio che da eco a quello che di bello
vuole comunicare.
Cosa stai progettando
adesso?
Ho in cantiere la realizzazione di un tributo molto largo ai
Doors, non voglio fare cover, ma qualcosa che riesca ad evocare il loro
messaggio.
Sperimenti vari
generi musicali, diverse melodie, spazi dal jazz all’elettronico, cosa ti piace
di più?
A me piace tutta la musica, ma per indole preferisco quella
meno rigida, senza tanti paletti, quella più libera.
Mercoledì 11 dicembre
ti esibirai al Bad King con Carmine Ioanna… Cosa avete in mente di realizzare?
Abbiamo
una serie di sorprese in realtà… Dal 2012 sono entrato in pianta stabile nel
quartetto di Manu Katchè, ma suonare in due ha tutto un altro fascino. Con
Carmine Ioanna, grande pianista e fisarmonicista, stiamo portando in giro
‘aQustico’, siamo molto affiatati e sono sicuro che ci divertiremo. Beh, direi
che lasceremo il segno.
Floriana
Lenti
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