lunedì 19 gennaio 2015
Wena in concerto apre al Bad King la tournée invernale
Come un canto di sirena la sua voce rapisce, ammalia, attrae irrimediabilmente. Come una eco poi ritorna e rimbomba. “Non ha bisogno di alcun microfono - riferisce Antonio Ballarano, organizzatore dell’evento che si terrà mercoledì 21 gennaio al Bad King di Perugia alle 21 e 30 - La sua scala vocale è estesa, il timbro è definito, dalle sue labbra escono note limpide, pulite e penetranti”.
Di chi si sta parlando? Della campana Valentina Gnesutta, in arte Wena, una delle migliori voci della scena soulitaliana che aprirà la sua tournee invernale nella nostra città per poi spostarsi a Ravenna, Pisa, Firenze e Caserta. Il suo album d’esordio è “A part of me”, uscito da poco più di un anno, composto da sette brani in grado di emozionare, che arrivano dolci e diretti, che fanno venire voglia di non staccarsi dalle casse, di rimanere ad occhi socchiusi in ascolto perenne, respirando lentamente come quando da bambini quel carillon prendeva i pensieri portandoli lontano… Ma è dal vivo che si può realizzare la grandezza di Wena: la sua musica si concretizza nella sua presenza scenica. Solo da un corpo così armonico sembra possa derivare quella voce “nera”, ed i suoi movimenti, così come i suoi occhi dolci e appassionati, non tradiscono l’effetto finale.
Ha iniziato ad amare la musica sin da piccola “I suoi giocattoli sono gli strumenti musicali di suo padre Enzo, bassista e cantante blues” si legge nella sua biografia. Ha collaborato con artisti noti come Ghemon, Ivano Fossati, Raiz e Fausto Mesolella, Vince Cassella; ha aperto diversi live di Frankie Hi-nrg, Niccolò Fabi, Katzuma e The Platters ed ha sempre ascoltato musicisti come Aretha Franklin, Otis Redding ed Etta James. La vera svolta nella sua carriera parte nel 2013 quando co-produce con l’etichetta Blood and Soul il suo album scritto con Luciano Pesce, Corrado D’amato e Nicola Zechender rispettivamente tastiere, batteria e basso della band “The Souldiers”. I Soldati del Soul ci saranno mercoledì con Wena e dunque, basterà accomodarsi nella sala live del Bad King, aprire bene le orecchie, sorseggiare una buona birra e godersi gratuitamente il raro spaccato di musica soul sperando che l’artista riveli i prossimi progetti. Già sappiamo che il suo obiettivo è “Emozionare raccontando quella parte intima del mio essere”, ma anche “Continuare a scrivere e non fermarmi mai”.
venerdì 16 gennaio 2015
papà... 'A VITA MIA
Papà, quant' augurj t'hann fatt?
A mmè picc 'm 'n fott!
J t voggh rcurdà
ca sòl 'p te poss campà.
Quidd ca teng din'tu' cor
no 's po' dicr a paròl...
Tu 'p mmè sì cchiù d'u sòl,
sì a bllezz, 'u mar, l'ammòr.
Sì tutt' quidd ca 'm piac
e senza te nun so' capac
manc d fà nà stodca poesia
'p dirt ca tu sì TUTT'A VITA MIA!!!
tantissimi auguri pà
A mmè picc 'm 'n fott!
J t voggh rcurdà
ca sòl 'p te poss campà.
Quidd ca teng din'tu' cor
no 's po' dicr a paròl...
Tu 'p mmè sì cchiù d'u sòl,
sì a bllezz, 'u mar, l'ammòr.
Sì tutt' quidd ca 'm piac
e senza te nun so' capac
manc d fà nà stodca poesia
'p dirt ca tu sì TUTT'A VITA MIA!!!
tantissimi auguri pà
martedì 13 gennaio 2015
Intervista a Peppe Voltarelli
Quando
ci s’imbatte in artisti come Peppe Voltarelli si scopre il ritratto di sonorità
pronte a dipingere culture e tradizioni con una prospettiva nuova, mai vista,
pur avendola avuta sotto gli occhi da sempre. Sorge in modo naturale la
necessità di fermarsi e fermare tutto, di riflettere sull’arte, di osservare
l’intreccio magico e giocoso della mescolanza
come valore e la necessità della santificazione delle proprie radici culturali.
L’ultimo album del cantautore e autore calabrese, più dei precedenti, è un
pensiero sulla solitudine che genera la rincorsa al successo, è un inno serio e
sorridente sul senso di povertà.
Provate ad accendere un
computer, digitate su qualsiasi motore di ricerca il suo nome Peppe
Voltarelli, andate ad
ascoltare un suo brano. Dopo prendete un foglio bianco e scrivete a casaccio
parole semplici come "frutta, verdura, statue e solitudini…". Collegate
ora le parole a vostro piacimento, seguendo il ritmo della canzone in sottofondo,
facendovi trasportare dalla melodia, non perdendo mai di vista i possibili
orizzonti. Ne verranno fuori nuove mappe, infiniti percorsi che raccontano una
Calabria in grado di attraversare i confini e addirittura gli Oceani. Peppe
Voltarelli, noto in Italia e nel mondo, premiato numerose volte dal Club Tenco,
sarà ospite al Bad King di Perugia mercoledì 14 gennaio alle 21:30. Il
concerto, fortemente voluto dal direttore artistico Antonio Ballarano, è il
fiore all’occhiello di una programmazione ricca di novità e di interessanti
proposte.
Come si svolgerà la serata al Bad King?
Ho
in mente di realizzare uno spettacolo fatto di musica e parole. Le parti
parlate saranno tratte dal romanzo ‘Il caciocavallo di bronzo’ (Stampa Alernativa), un
lavoro autobiografico
narrato e 'suonato' tra le righe delle diciannove storie, dove versi di canzoni
rappresentano la vera punteggiatura del racconto. E i brani cantati, due in
calabrese e tutti gli altri in italiano, saranno quelli dell’album ‘Lamentarsi
come ipotesi’.
Da
pochi mesi una casa discografica americana sta promuovendo la tua musica in
tutto il mondo…
Sì, diciamo che è un po’ come
avere una doppia vita. Nel 2010 con la Targa Tenco l’album ‘Ultima notte a Malà Strana’ è stato
premiato come Miglior Album in Dialetto, il primo disco in calabrese a ricevere tale onorificenza. La
casa discografica francese ‘Le
Chant du Monde’ ha distribuito, da quel momento, il mio lavoro in tutta
l’Europa e l’etichetta ‘Los Anos Luz’ ha portato l’album in Argentina. Adesso
il viaggio continua. Il 21 gennaio, infatti, partirò per una tournée in
Germania e il 7 marzo sarò a Praga ospite di
Michal Horáček e faremo insieme due
concerti in un giorno.
Ricevere
la Targa Tenco cosa ha rappresentato?
E’ stata una grande soddisfazione perché mi ha confermato
quanto possa essere importante il dialetto, mi ha fatto comprendere più in
profondità come una lingua possa ridare una nuova faccia ad una terra, una
faccia diversa dagli stereotipi. Ricevere un riconoscimento dal Premio Tenco è
un bollino di qualità che mi ha anche permesso di conoscere e collaborare con
grandi artisti di spessore. E’ un’esperienza di vita che sicuramente
arricchisce.
Quali
sono gli artisti a cui ti ispiri?
Ho dei punti di riferimento molto chiari: Domenico
Modugno, Otello Profazio, Matteo Salvatore, Sergio Endrigo. Autori che hanno
saputo legare la musica alle parole e che hanno raccontato l’Italia in modo
poetico, realistico e singolare. Nel 2001 ho ideato il recital ‘Voleva fare
l’artista’ per raccontare il grande Modugno ed ho scoperto linee comuni nei
nostri percorsi artistici compreso il desiderio di poter vivere di musica.
Un
passo indietro. La tua carriera ha avuto inizio nel 1990 con il ‘Parto delle
nuvole pesanti’. Com’è scaturita la decisione di uscire dal gruppo e iniziare
la carriera da solista?
Il gruppo è una realtà in cui ci si può formare, è
una seconda famiglia. Poi però arriva un momento in cui i rapporti vengono
messi in discussione e i percorsi si separano. Il cantante, nello specifico, ha
una visione da finalizzatore, e ad un certo punto ho avvertito l’esigenza di
diventare artefice di me stesso. Il gruppo ti protegge, ma non ti permette di
scegliere nuove strade. Ho perso un po’ di amici, ma in cambio ora posso
muovermi da solo e decidere come impostare gli spettacoli. E’ interessante anche
riuscire a diventare originale e dunque fonte d’ispirazione per le nuove
generazioni. Ho iniziato a raccontare l’amore e i sentimenti partendo dalle
esperienze, in modo naturale e spontaneo. Diciamo che adesso scrivo solo se
provocato…
La
perdita di Pino Daniele ha scosso il mondo della musica, ha lasciato il vuoto
nel cuore degli italiani, ha destabilizzato soprattutto il Sud Italia…
Nella mia adolescenza ha rappresentato l’idea di un
Sud che si riscatta con coraggio. Suonando la chitarra ho iniziato a imparare
le canzoni di Pino. Secondo me l’album ‘Bella ‘Mbriana’ è il riassunto della
nostra società. E’ singolare, poi, come all’età di 25 anni Pino Daniele avesse
già detto tutto. Non era solo un fenomeno musicale, ma un manifesto politico.
Lo sento al mio fianco e lo porterò nel cuore al Bad King e in tutti i concerti
che farò.
Floriana Lenti
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