E’
un artista completo, è cantautore, poeta e attore. Lo definiscono “geniale,
spontaneo e sconsiderato”, lui –ironizzando- si dichiara “sereno, nuvoloso,
variabile”. Livornese, classe 1963, leader prima del trio “Les
Bijoux”, poi di “Ottavo Padiglione” ed ora de “l’Orchestrino” Bobo Rondelli,
mercoledì 21 marzo, alle ore 22.00, sarà il protagonista di una serata
d’eccellenza al Bad King di Perugia organizzata da Antonio Ballarano e
dall’agenzia di Terni “Bipede”.
A cosa deve la sua fama?
Non
mi considero artista, sono un artigiano. Di lavoro faccio il bambino e sono
sempre alla ricerca della forza per continuare ad essere creativo. Non credo
neanche di essere completo, mi accade di scordare date, nomi, appuntamenti. Quello
che faccio mi diverte, direi che “gioco la chitarra” e forse è questo che
arriva alla gente.
Nelle sue poesie e nelle canzoni ricorre il
tema dell’amore, cosa è per lei?
L’amore
è una guerra giusta. E’ un processo che si vede in natura, gli animali lottano
ed è una lotta quasi hitleriana, “bella e terribile” la definiva Leopardi. Sono
d’accordo con Piero Ciampi quando diceva “La
vera guerra non si
fa con le armi, si fa con
il cuore, per questo sono un eroe”.
Nel 2002 ha ricevuto il Premio Ciampi per
il miglior arrangiamento…
I riconoscimenti
li detesto, sono chiacchiere e distintivo, per me ciò che conta è la poesia ed
essere poeti significa portare una croce senza autorizzazione divina.
Quando compone a cosa s’ispira?
Parto
sempre da una frase, poi la racconto. Penso sia una malattia, un bisogno malato
dell’ego. José Alberto Mujica Cordano, il presidente dell'Uruguay, sostiene che il poeta sia “colui che fa” e
da un certo punto di vista fare significa restituire, lasciare agli altri un
po’ di luce. Non oso paragonarmi a lui e ai grandi poeti, ma è bello esserne un
portavoce.
E’
già stato ospite a Perugia durante la scorsa edizione di Umbria Jazz, cosa ne
pensa?
E’ una bellissima città, si sente forte la
bellezza, ma anche la presenza delle mura costruite dal potere. Le città medievali
rendono gli abitanti campanilisti. Umbria Jazz è un’interessante
manifestazione; non faccio jazz, ma mi diverte, mi arriva. Amo la musica da rapina, il jazz de “I soliti ignoti”. Per me un grande
jazzista era Totò.
Nel
2010 compare
nel film “La prima cosa bella” di Paolo Virzì. Ha collaborato anche a livello
teatrale con Massimiliano Civica. Cosa significa essere attore?
Fare l’attore significa diventare una persona che
dà la sua anima. E’ bello fare gli attori quando si riesce a raccontarsi oltre
che a raccontare un personaggio. Philip
Seymour Hoffman è l’attore che preferisco perché aveva un
lato oscuro che gli permetteva di interpretare svariati caratteri e diverse
personalità.
Cosa
l’appassiona di più in questo momento?
Adesso sto cercando frasi, una l’ho trovata: la
moralità è una barca piena di buchi.
Floriana
Lenti
Nessun commento:
Posta un commento