giovedì 24 maggio 2012

La scelta


Tra i vari reperti storici è sbucato un disegno eloquente.
Nero su bianco, sarebbe stato inutile metterci i colori. Fotografia di un passato cotruttivo ed insieme tempestoso che si è trasformato in un sereno luogo di eccitante meditazione.
Il mare ora è calmo, le nuvole sono sparite, l'albero è pieno di frutti, i rapaci sono emigrati, la roccia è diversa e poi, la domanda: CHI BUTTERESTI GIU' DALLA TORRE? ormai non ha più senso.
E se avessi scelto di buttarmi giù io lasciando gli altri sopra? E se volessi abbandonare la torre per osservarla da lontano fino al crollo fregandomene di chi c'è dentro? E se provassi a chiamare un abile artista pronto a scolpire una colonna che possa reggerla per l'eternità? 
Tutti si finirà in mare, è solo una questione di tempo. E comunque, che bello, io ho già scelto!!!

Erk, adesso, se vuoi: ARFAMMELO!

domenica 20 maggio 2012

Chi raccoglierà quegli zaini insanguinati?


La bomba è esplosa. Morte.
La terra ha tremato. Terrore.
E come si fa a non aver paura?
Come si fa ad uscire tranquilli per strada?
E' da tanto che non aggiorno più questa piccola pagina sconosciuta immersa nella rete, ed oggi voglio farla rivivere. Le ho dato un altro nome, ho cancellato il vecchio "Iocipenso" (troppo introspettivo, troppo egoistico), non quello che di getto mi era sembrato pertinente con il mio attuale stato d'animo: "Adesso basta".
Mi sento ferita, indignata, smarrita di fronte a tutti i fatti che sono accaduti in soli due giorni. Ho letto articoli, visto video, ascoltato notiziari, ma non posso e non voglio alimentare l'insana convinzione che anela nell'aria: il mondo fa schifo. E' per tale ragione che il nome di questo blog da ora in poi sarà sinonimo di speranza e di bellezza "Centocinquantatré grossi pesci". E poi, sono nata in una città in cui c'è il mare, dove mia madre mi ha sempre osservata prendere il largo, quasi preoccupata di non farcela a starmi dietro e mio padre ha sempre pescato le delizie che arrivano sulla nostra tavola.

Ieri una mia amica ha scritto: "Siamo tutti bravi a scrivere post su Facebook e ad aspettare i 'mi piace'. Siamo tutti buoni a dire 'che schifo' davanti alla televisione, comodamente seduti in poltrona. Oggi è un sabato pomeriggio uguale, e fra poco le vie del centro si riempiranno, come sempre. E non per gridare. Quello nessuno osa farlo". E di getto le ho risposto: "Iniziamo a farlo noi, io e te"
Giulia, questo è il mio modo di gridare! Chiedere la forza per andare lì dove c'è distruzione e odio e metterci dentro positività e rinascita. Sconfiggere la mia pigrizia e rimboccarmi le maniche per raccogliere la sporcizia che invade la terra e i cuori. 
E la rabbia che ho dentro diventa pian piano voglia di cancellare la negatività, recuperando la forte convinzione che con piccoli gesti e poche parole possiamo raccontare che il bello esiste davvero e non è neanche tanto lontano. Dietro i libri sparsi, le macchie di sangue, gli zaini vuoti e le scarpe che ormai più nessuno indosserà, c'è comunque la scritta "ti amo".