C’è un fascino particolare nell’ascoltare
i ricordi di una donna anziana dalla voce leggermente spezzata e dalla pelle
raggrinzita. Col senno di poi si capiscono tante cose, si dà il giusto peso
alle persone incontrate lungo il cammino, si ritrova il senso di amori e
sofferenze, di abitudini e difficoltà… Le parole si susseguono e a volte si
ripetono come a voler intrappolare il vissuto dandogli ancora più veridicità. E
poi si sa, gli anziani esprimono più volte lo stesso concetto, nonostante la
lucidità. Immaginate una signora di novant’anni di fronte ad una tazza di tè e
ad una fetta di pane nero ricoperto da uno strato di marmellata di prugne, seduta
su una sedia ricoperta di stoffa gialla ruvida e vi ritroverete dentro il libro
di esordio della scrittrice umbra Patrizia Fortunati. Il linguaggio semplice e
scorrevole consente al lettore di accomodarsi proprio davanti alla protagonista,
voce narrante, Lyudmila. L’estate è la stagione predominante: è durante i mesi
caldi che per la prima volta, da piccola, venne in Italia per una vacanza
terapeutica. Nata nel 1986, in una regione della Bielorussia diventata a tutti
nota per il disastro nucleare di Cernobyl, si catapulta in una realtà tutta
nuova, fatta di esperienze e di incontri che segneranno il resto della sua
vita. Lyudmila si disintossica non solo dalle scorie nucleari, ma anche da una
mamma naturale che non le ha mai saputo mostrare affetto. E proprio durante le
vacanze, ogni anno fino al raggiungimento della maggiore età, Lyudmila scopre
una vita fatta di cure, attenzioni e premure. La famiglia che la ospita diventa
il cardine su cui costruisce il suo carattere e costituisce esempio di un modo
nuovo di relazionarsi. Nel libro “Marmellata di prugne” (Editore
Ali&No) sono descritti
straordinariamente due uomini: il primo è il marito della protagonista, sposato
per amore, dal quale nasceranno due figlie, ma con il quale non sarà facile convivere
dato il suo essere violento e alcolista. Ed il secondo uomo, sposato per
interesse, ma amato a tal punto da lasciare un incolmabile vuoto al momento
della sua morte. Le donne del testo sono descritte delicatamente e senza troppi
dettagli e sembrano quasi creare una costellazione che ruota sincronica intorno
a Lyudmila.
Alcuni elementi del libro rimangono
particolarmente impressi: un rossetto, mazzi di fiori e una croce che
simboleggia perdita e sofferenza, ma anche rinascita.
Lyudmila esiste realmente, la famiglia
della scrittrice l’ha ospitata per diverse estati; e come lei ce ne sono altre
venute in Italia con pochi vestiti e gli occhi colmi di paura e di desiderio di
affetto. Tra realtà e fantasia ci si immerge in una storia ricca di storie e
quel che rimane è il retrogusto dolciastro di una marmellata di prugne pronta a
saziare lo stomaco e a coccolare la mente.
Nata a Terni nel
1972. Laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Perugia. Ha
lavorato per anno come direttrice del Centro Servizi per il Volontariato della
provincia di Terni e per i successivi dieci anni come consulente del Comune di
Terni per le politiche sociali.
Una delle prime
frasi di senso compiuto pronunciate da Lyudmila: “Questa
Italia scotta come il forno quando Angela fa la pizza grassa”.
“Marmellata di prugne” Editore Ali&No (collana Le
maree). Data di uscita aprile 2013